I pazienti con elevati livelli di glicemia al momento del ricovero ospedaliero per IMA, ma senza diabete, presentano una più alta mortalità nel breve periodo
L’obiettivo di uno studio è stato quello di esaminare l’associazione tra gli aumentati livelli di glicemia al momento del ricovero in ospedale e la mortalità a 28 giorni e a 3 anni, nei pazienti non-diabetici e in quelli con diabete mellito di tipo 2, con primo infarto miocardico acuto ( IMA ).
E’ stato utilizzato il Registro dell’infarto miocardico MONICA/CORA ( Augusta, Germania ).
Sono stati analizzati 1.631 pazienti senza diabete e 659 con diabete di tipo 2, ricoverati in ospedale nel periodo 1998-2003 per un primo IMA.
I pazienti con IMA, ma senza diabete, e con livelli di glicemia al ricovero maggiori di 152 mg/dl ( quartile più alto ), rispetto a quelli del quartile più basso hanno presentato un odds ratio di 2.82 per la mortalità a 28 giorni dopo aggiustamento per le multivariabili.
I pazienti con diabete mellito di tipo 2 con livelli di glicemia al ricovero maggiori di 278 mg/dl ( quartile più alto ), rispetto a quelli del quartile più basso ( inferiore a 152 mg/dl ), hanno mostrato un aumento non-significativo dell’odds ratio ( OR=1.45 ) a 28 giorni.
Dopo l’esclusione dei pazienti che sono morti entro 28 giorni, un aumento non-significativo del rischio relativo è stato osservato tra la glicemia al ricovero ospedaliero e la mortalità ad 1 anno nei pazienti non-diabetici ( RR=2.71 ), mentre nessun aumento del rischio relativo è stato riscontrato nei soggetti affetti da diabete ( RR=0.99 ).
Dopo 3 anni, non è stato riscontrato nessun aumentato rischio di morte nei pazienti con alti livelli di glicemia al momento del ricovero, né nei pazienti senza diabete né in quelli con diabete mellito di tipo 2.
In conclusione, l’elevata glicemia durante il ricovero ospedaliero è associata ad un incremento della mortalità nel breve periodo nei pazienti con infarto miocardico acuto, soprattutto nei pazienti senza diabete. Questi pazienti costituiscono un gruppo ad alto rischio che necessita di trattamento. ( Xagena_2009 )
Beck JA et al, Am J Cardiol 2009; 104: 1607-1612
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