Valutazione non-invasiva del rischio precoce dopo infarto miocardico
L’obiettivo dello studio REFINE è stato quello di determinare se la valutazione combinata del tono autonomico più il subastrato elettrico cardiaco permetta di identificare la maggior parte dei pazienti a rischio di gravi eventi dopo infarto miocardico, e di confrontare la valutazione a 2-4 settimane con quella a 10-14 settimane dopo infarto miocardico.
Allo studio hanno preso parte 322 pazienti con frazione d’eiezione inferiore al 50% nella prima settimana dopo infarto miocardico.
Questi pazienti sono stati seguiti fino a 47 mesi ( valore mediano ).
E’ stata eseguita la valutazione seriale del tono autonomico ( tra cui la turbolenza della frequenza cardiaca, HRT ), del substrato elettrico ( tra cui, l’alternanza dell’onda T, TWA ) e della frazione d’eiezione.
L’endpoint primario era rappresentato dalla morte cardiaca o arresto cardiaco resuscitato, mentre la mortalità per tutte le cause e l’arresto cardiaco fatale o non fatale erano endpoint secondari.
La frazione d’eiezione media è aumentata in modo significativo nelle 8 settimane iniziali dopo infarto miocardico.
L’esame a 2-4 settimane dopo infarto miocardico non ha permesso di identificare i pazienti a rischio, a differenza dell’esame effettuato a 10-14 settimane.
Il 20% dei pazienti con alterata turbolenza della frequenza cardiaca, anomala alternanza dell’onda T sotto sforzo, ed una frazione d’eiezione inferiore al 50%, oltre le 8 settimane dall’infarto miocardico, ha presentato un rischio aggiustato dell’endpoint primario 5,2 volte più alto ( p<0.001 ).
Questa combinazione è stata in grado di identificare il 52% dei pazienti a rischio con buona accuratezza positiva predittiva ( 23% ) e negativa ( 95% ).
Risutati simili sono stati osservati per gli outcome secondari.
Lo studio ha mostrato che l’HRT alterato, il TWA anomalo e la frazione d’eiezione inferiore al 50%, oltre le 8 settimane successive all’infarto miocardico, permettono di identificare i pazienti a rischio di gravi eventi. ( Xagena_2007 )
Exner DV et al, J Am Coll Cardiol 2007; 50: 2275-2284
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