COVID: elevata mortalità per i pazienti con tumori ematologici infettati dal virus SARS-CoV-2


Uno studio, promosso dalla Società italiana di ematologia, ha evidenziato un altissimo tasso di mortalità, pari al 37%, nei pazienti ematologici contagiati da virus SARS-CoV-2 nel periodo febbraio-maggio 2020.
Una percentuale 2.4 volte maggiore rispetto a quella della popolazione generale che ha contratto il virus, e ben 41.3 volte maggiore rispetto a quella dei malati ematologici osservata nello stesso periodo dello scorso anno, cioè in epoca pre-COVID.

Il lavoro, pubblicato su The Lancet Hematology, ha valutato 536 pazienti di 67 Centri e rappresenta ad oggi il più grande studio al mondo che ha analizzato le caratteristiche cliniche e i fattori di rischio associati a COVID-19 in persone colpite da malattie del sangue maligne.

La ricerca ha dimostrato che uno dei principali fattori di rischio di morte, in caso di contagio da COVID-19 è proprio la fase avanzata della patologia ematologica.
L'immunodepressione provocata dalla malattia che interessa il midollo, l'organo che produce le difese immunitarie, espone i pazienti a maggior rischio di morte se contagiati dal virus SARS-CoV-2.

Tra i tumori del sangue più frequenti ci sono i linfomi ( 13.182 i nuovi casi di linfoma non-Hodgkin e 2.151 quelli di linfoma di Hodgkin stimati in Italia nel 2020 ), le leucemie ( 7.967 ) e il mieloma multiplo ( 5.759 ).

Nello studio retrospettivo sono stati considerati non solo i tumori del sangue, ma anche altre malattie ematologiche maligne come le sindromi mielodisplastiche.
Il periodo considerato va dal 25 febbraio al 18 maggio 2020.
Il tempo mediano di ospedalizzazione è stato molto breve, pari a 16 giorni, 20 per i sopravvissuti e 11 per i morti.
Il 18% dei pazienti ha potuto accedere alle terapie intensive.

Su 536 pazienti con malattie ematologiche e infezione da SARS-CoV-2, 198, cioè il 37%, sono deceduti. Una percentuale altissima.
E' stato inoltre analizzato un altro parametro, cioè il tasso di mortalità standardizzato che indica il rapporto fra la mortalità del malato ematologico con COVID rispetto a quella della popolazione generale italiana colpita dal virus. E' risultato 2.4 volte superiore, per arrivare a 3.72 volte maggiore nei pazienti ematologici under 70.
Questo dato è importante perché i pazienti più giovani sono i candidati ideali per il trapianto allogenico e le terapie Car-T, nuova frontiera dell'immunoterapia anticancro.
La leucemia mieloide acuta e il linfoma non-Hodgkin sono le patologie che pongono più a rischio la vita dei pazienti, se contagiati dal virus SARS-CoV-2. ( Xagena_2020 )

Fonte: Università degli Studi dell’Insubria, 2020

Xagena_Medicina_2020