Persone sopravvissute alla pandemia influenzale del 1918: cellule B memoria anche dopo decenni
La pandemia del virus influenzale H1N1 del 1918 è stata la più grave dell’era moderna. Recentemente è stata scoperta la sequenza genica di questo ceppo virale; grazie a queste informazioni il virus pandemico del 1918 potrebbe essere ricostruito in modo da studiare la sua straordinaria virulenza fenotipica. Tuttavia poco è noto riguardo all’immunità adattativa a questo virus.
Il sequenziamento del virus del 1918 ha permesso la produzione dell’antigene ricombinante emoagglutinina del 1918, con l’obiettivo di caratterizzare a livello clonale gli anticorpi neutralizzanti indotti dall’esposizione naturale di coloro che sono sopravvissuti al virus pandemico del 1918.
I Ricercatori della Vanderbilt University Medical Center a Nashville negli Stati Uniti, hanno mostrato che ciascuno dei 32 soggetti esaminati, nati nel 1915 o prima, presentava sieroreattività nei confronti del virus del 1918, quasi 90 anni dopo la pandemia. Sette degli 8 campioni saggiati presentavano cellule B circolanti che secernevano anticorpi leganti l’emoagglutinina del 1918.
I Ricercatori hanno isolato cellule B dai soggetti e generato 5 anticorpi monoclonali che hanno mostrato potente attività neutralizzante contro il virus del 1918 da 3 distinti donatori.
Questi anticorpi hanno anche reagito in modo crociato con l’emoagglutinina, geneticamente simile, di un ceppo virale dell’influenza suina del 1930, ma non hanno cross-reagito con le emoagglutinine di virus influenzali umani più contemporanei.
I geni per gli anticorpi hanno presentato un inusuale alto grado di mutazione somatica.
Gli anticorpi, associati all’emoagglutinina del 1918, hanno mostrato un’eccezionale potenza neutralizzante il virus e hanno protetto i topi ( modello animale ) dall’infezione letale.
L’isolamento di virus che sfuggono all’inibizione sta a indicare che gli anticorpi riconoscono i classici siti antigenici sulla superficie dell’emoagglutinina.
Questi studi hanno dimostrato che le persone che sono sopravvissute alla pandemia influenzale del 1918 posseggono anticorpi neutralizzanti il virus, altamente funzionali, nei confronti di questo virus straordinariamente virulento, e che gli esseri umani possono mantenere cellule B memoria, circolanti, per molte decadi dopo l’esposizione. ( Xagena_2008 )
Yu X et al, Nature 2008; 455: 532-536
Link: MedicinaNews.it