Malattie trasmesse: encefalite da zecca. Per chi svolge attività all’aria aperta nelle zone a rischio è raccomandata la vaccinazione


Le zecche costituiscono una insidia sempre più frequente che può rivelarsi grave per la salute di adulti e bambini. Il cambiamento del clima sta favorendo una maggiore proliferazione di questo parassita, in tutta Europa.

È dimostrato che le zecche sono in grado di trasmettere diverse malattie, dalla borreliosi di Lyme, alla rickettsiosi, alla febbre ricorrente e molte malattie virali. Tra queste, la più grave è l’encefalite da zecca.
Per essere contagiati è sufficiente un singolo morso di zecca infetta, evenienza tutt’altro che infrequente nelle aree boschive, soprattutto se umide, ombreggiate e ricche di vegetazione spontanea.
Una immediata e corretta asportazione della zecca riduce fortemente il rischio di sviluppare una malattia. Questo, tuttavia, non vale per l’encefalite da zecca perché il virus si trasmette appena il parassita aderisce alla cute.

L’encefalite da zecca ( Tick-Borne Encephalitis, TBE ) è una infezione virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può dare luogo a sintomi neurologici a lungo termine, e perfino alla morte.
Il periodo di incubazione della TBE è mediamente di una settimana, ma è stata descritta anche una incubazione maggiore ( fino a 3-4 settimane ).
In un terzo dei casi, l’infezione del virus della TBE nell’uomo è asintomatica. In un terzo dei casi provoca un episodio febbrile.
Nel restante terzo dei casi, la TBE coinvolge il sistema nervoso centrale con un decorso solitamente bifasico. La prima fase viremica dura cinque giorni ( intervallo: 2-10 giorni ), ed è associata a sintomi aspecifici ( febbre, affaticamento, cefalea, mialgia, nausea ). Questa fase è seguita da un intervallo senza sintomi che dura sette giorni ( intervallo: 1-33 giorni ) che precede la seconda fase, con un nuovo rialzo febbrile e il coinvolgimento del sistema nervoso centrale ( meningite, meningoencefalite, mielite, paralisi, radicolite ).

L'encefalite da zecca rappresenta un problema crescente di salute pubblica in Europa e in altre parti del mondo.
Negli ultimi 30 anni, il numero di casi umani di encefalite da zecca in tutte le regioni endemiche europee è aumentato di quasi il 400% [ Austria, Germania, Svizzera, Paesi scandinavi e la regione balcanica; in Italia, le principali zone a rischio sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e il Trentino Alto Adige ].

Il virus della TBE si trasmette tramite il morso di zecche infette. L’uomo può contrarre l’infezione anche con il consumo di prodotti caseari non-pastorizzati infettati.
Il virus della TBE non si trasmette direttamente da uomo a uomo. Esiste possibilità di trasmissione verticale da madre infetta al feto.

Se infette, le zecche possono trasmettere il virus per tutta la loro vita ( principalmente in fase di ninfa e in età adulta ). L’attività della zecca e il suo ciclo vitale dipendono da fattori climatici ( temperatura, umidità del suolo e umidità relativa ).

Estati umide e inverni miti tendono ad aumentare la densità di popolazione delle zecche. Le temperature elevate sono predilette da questi insetti.
Sono stati riferiti casi sporadici di aumento del numero di zecche anche durante le stagioni fredde, specialmente nei Paesi dell’Europa meridionale.

Nell’Europa centrale sono stati osservati due picchi di incidenza della encefalite da zecca: in maggio / giugno e in settembre / ottobre.
Nelle regioni più fredde dell’Europa settentrionale e nelle regioni montane si individua un singolo picco estivo.

Le zecche infette si possono trovare nelle zone campestri, nei boschi caducifogli e nelle zone di transizione tra foreste e prati.
Perciò si può essere morsi da una zecca infetta in molte delle destinazioni più popolari per le attività turistiche e all’aria aperta quando si praticano campeggio, trekking, ciclismo, arrampicata ecc.

Nelle zone endemiche, le persone che svolgono attività ricreative o occupazionali all’aperto ( come agricoltura, pastorizia, caccia e pesca, raccolta di funghi o di frutti di bosco, attività forestali ) sono potenzialmente a rischio di encefalite per contatto con le zecche infette.

L’encefalite da zecca può essere prevenuta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) e lo European Centre for Disease Prevention and Control ( ECDC ) raccomandano la vaccinazione contro questa malattia per le persone che vivono o visitano frequentemente le aree endemiche, cioè dove il tasso di incidenza medio della malattia è di 5 o più casi su 100.000 per anno.
La profilassi è anche raccomandata in Italia, nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale del Ministero della Salute, per i residenti delle regioni a rischio. È inoltre una misura preventiva consigliata a chi pratica professioni a contatto con la natura, ai villeggianti che si recano in zone boschive, prati e campi aperti, agli amanti del trekking e della campagna, sia adulti che bambini, in queste stesse aree.
Il vaccino è disponibile presso i Centri vaccinali.

Tra le altre misure preventive è possibile adottare alcuni accorgimenti: utilizzare repellenti sulla pelle e sui vestiti ( i repellenti specifici per abiti non devono essere usati anche sulla pelle ) e indumenti protettivi, che contribuiscono a evitare i morsi di zecca dopo aver trascorso del tempo all’aria aperta, è opportuno togliersi gli abiti prima di entrare in casa ed esporli alla luce del sole, oppure lavarli; evitare il consumo di latte non-pastorizzato e di prodotti caseari nelle zone a rischio. ( Xagena_2017 )

Fonte: Ministero della Salute, 2017

Xagena_Medicina_2017