Il controllo della pressione sanguigna è associato al miglioramento degli outcome cardiovascolari


La pressione sanguigna non controllata aumenta il rischio cardiovascolare.

Nell’analisi post hoc, medici dell’Università di Milano Bicocca ( Italia ), hanno valutato se gli outcome ( esiti ) avversi fossero correlati alla consistency ( coerenza dei risultati ) del controllo della pressione sanguigna, definita come la proporzione di visite in cui i valori della pressione sanguigna sono sotto controllo.

L’analisi ha riguardato lo studio INVEST ( International Verapamil SR-Trandolapril Study ).

Un totale di 22 pazienti su 576, affetti da ipertensione e malattia coronarica, sono stati divisi in 4 gruppi in base alla proporzione di visite in cui la pressione sanguigna era sotto controllo ( < 140/90 mmHg ): <25%, da 25% a <50%, da 50% a <75%, e uguale a 75% o valori superiori.

Il rischio di outcome primario ( prima presentazione di morte, infarto miocardico non-fatale, o ictus non-fatale), di infarto miocardico e di ictus sono risultati diminuiti, progressivamente, dal gruppo <25% al gruppo superiore o uguale al 75% di visite con pressione sanguigna controllata.

I rischi aggiustati di outcome primario, infarto miocardico ed ictus sono risultati minori nel gruppo con una percentuale di visite con pressione sanguigna sotto controllo uguale o superiore al 75%, rispetto al gruppo con percentuale inferiore al 25%.

La pressione sanguigna al basale non è risultata predittiva di outcome.

Dallo studio è emerso che la consistency del controllo della pressione sanguigna durante il trattamento fornisce ulteriori informazioni sull’effetto protettivo del trattamento antipertensivo.( Xagena_2007 )

Mancia G et al, Hypertension 2007; 50: 299-305



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