Tumori associati alla malattia di von Hippel-Lindau e carcinoma renale: Welireg a base di Belzutifan approvato nell’Unione Europea
La Commissione Europea ha concesso l’approvazione condizionata a Welireg ( Belzutifan ), inibitore orale del fattore inducibile dall’ipossia-2 alfa ( HIF-2α ). Il farmaco è disponibile in monoterapia per due indicazioni specifiche: il trattamento di pazienti adulti con malattia di von Hippel-Lindau (VHL) e tumori associati non-operabili, e per il carcinoma a cellule chiare avanzato (RCC) già trattato con almeno due terapie mirate al fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) e un inibitore di PD-1 o PD-L1.
L’approvazione si basa sui dati degli studi clinici LITESPARK-004 e LITESPARK-005.
Belzutifan agisce bloccando l’attività del fattore HIF-2α, una proteina coinvolta nella regolazione della risposta cellulare all’ipossia. Nei tumori associati alla malattia di von Hippel-Lindau e nel carcinoma renale a cellule chiare, l’attivazione anomala di HIF-2α favorisce la proliferazione tumorale e la resistenza terapeutica. L’inibizione di questa via porta alla riduzione della crescita tumorale e all’incremento della risposta alle terapie oncologiche esistenti.
L’approvazione di Belzutifan per i pazienti con tumori VHL si basa sui risultati dello studio LITESPARK-004. In questa sperimentazione, su 61 pazienti con carcinoma a cellule renali associato alla malattia di von Hippel-Lindau, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è stato del 49%, con una durata mediana della risposta non ancora raggiunta e risposte in corso fino a 22 mesi. Risultati simili sono stati osservati nei pazienti con emangioblastomi del sistema nervoso centrale (ORR 63%) e tumori neuroendocrini pancreatici (ORR 83%).
Per i pazienti con carcinoma renale avanzato già trattato con terapie precedenti, lo studio LITESPARK-005 ha dimostrato che Belzutifan riduce il rischio di progressione o morte del 25% rispetto a Everolimus. Il tasso di risposta obiettiva è stato del 22% con Belzutifan contro il 4% con Everolimus, con un miglioramento significativo nella gestione della malattia.
L’uso di Belzutifan è associato a effetti indesiderati che richiedono monitoraggio clinico. Gli eventi avversi più comuni includono anemia (93% nei pazienti con VHL e 88% nei pazienti con RCC avanzato), affaticamento, aumento della creatinina e ipossia. In alcuni casi, l’ipossia ha richiesto l’uso di ossigenoterapia e sospensione temporanea del trattamento. Inoltre, il farmaco può interagire con substrati del CYP3A4 e inibitori di UGT2B17 o CYP2C19, rendendo necessarie precauzioni nella gestione terapeutica.
L’approvazione condizionata di Belzutifan nella Unione Europea sarà soggetta a rinnovi annuali, in attesa di ulteriori dati dagli studi in corso. ( Xagena_2025 )
Fonte: EMA, 2025
XagenaMedicina_2025