Le catene leggere libere circolanti nella valutazione della risposta alla terapia


Il trattamento dell’amiloidosi AL si basa su regimi di chemioterapia rivolti contro il clone plasmacellulare che produce il precursore amiloidogenico ( la catena leggera monoclonale ), con l’obiettivo di indurre un miglioramento della funzione degli organi coinvolti e di migliorare la sopravvivenza.

Fin da quando è stato possibile misurare le catene leggere libere circolanti, si è osservato che la loro riduzione indotta dalla chemioterapia si associava al miglioramento di diversi parametri di malattia.

E' stato osservato che la diminuzione della concentrazione delle catene leggere libere circolanti amiloidogeniche induce un miglioramento della sopravvivenza.

In seguito, il gruppo della Mayo Clinic ha mostrato che non è tanto la riduzione percentuale delle catene leggere libere circolanti che influisce sulla sopravvivenza, quanto piuttosto il valore assoluto delle catene leggere libere circolanti raggiunto dopo la chemioterapia.

E' stato dimostrato che la riduzione delle catene leggere libere circolanti si accompagna a una riduzione simultanea del NT-proBNP, a un miglioramento dei sintomi di scompenso cardiaco e a un beneficio in termini di sopravvivenza.

Recentemente, i ricercatori della Mayo Clinic hanno osservato che nell’amiloidosi AL la prognosi è influenzata dai cambiamenti della concentrazione delle catene leggere libere circolanti più di quanto lo sia dalle modificazioni delle componente monoclonale completa.

Tenendo conto di queste osservazioni concordanti provenienti da diversi gruppi, la International Amyloidosis Society in occasione del Congresso tenutosi a Roma nel 2010 ha incaricato un gruppo di Esperti europei e americani di definire i nuovi criteri di risposta alla terapia basati sui marcatori cardiaci e sulla misurazione delle catene leggere libere circolanti.
Tali criteri sono stati definiti in uno studio di sopravvivenza che ha incluso più di 800 pazienti raccolti da tutti i centri partecipanti. I risultati sono stati poi validati in una popolazione di circa 400 pazienti seguiti presso il Centro per l’Amiloidosi di Pavia.
Questo studio ha mostrato che la sopravvivenza dei pazienti con amiloidosi AL è strettamente legata alla concentrazione delle catene leggere libere circolanti ed è tanto migliore quanto più bassa è la loro concentrazione raggiunta dopo la chemioterapia.
I pazienti che raggiungono la remissione completa ( rapporto κ/λ delle catene leggere libere circolanti entro i limiti di riferimento e immunofissazione di siero e urine negativa ) hanno una sopravvivenza eccellente, ma la prognosi è molto buona anche per chi raggiunge una dFLC inferiore a 40 mg/L.

È stata quindi introdotta la nuova categoria di risposta parziale molto buona per includere i pazienti in cui la dFLC scende al di sotto di questo limite, senza che sia raggiunta la risposta completa.
Ottenere una risposta parziale ( riduzione inferiore a 50% della dFLC ) rallenta l’evoluzione della malattia, ma non è considerato un risultato soddisfacente.

Viene raccomandata una valutazione frequente della risposta ( ogni due cicli di chemioterapia o tre mesi dopo l’autotrapianto di cellule staminali del sangue periferico ) allo scopo di individuare tempestivamente i pazienti in cui non si è ottenuto un risultato soddisfacente per avviarli a terapie di seconda linea prima che sviluppino un danno d’organo irreversibile.
Questi criteri di risposta sono stati definiti per essere applicati col metodo di determinazione delle catene leggere libere circolanti che impiega anticorpi policlonali e non possono essere usati con il metodo di determinazione che utilizza anticorpi monoclonali. ( Xagena_2013 )

Fonte: Biochimica clinica, 2013

Xagena_Medicina_2013