Immunodeficienza combinata grave correlata al cromosoma X: efficacia della terapia genica
Gli esiti della terapia genica per correggere le immunodeficienze congenite non sono noti.
E’ stata compiuta una revisione degli esiti a lungo termine dopo terapia genica in 9 pazienti con immunodeficienza combinata grave legata al cromosoma X ( SCID-X1 ), caratterizzata dall'assenza della catena gamma comune del recettore comune delle citochine.
I 9 pazienti, privi di un donatore HLA-identico, sono stati sottoposti a trasferimento ex vivo mediato da retrovirus della catena gamma alle cellule autologhe del midollo CD34+ tra il 1999 e il 2002.
Sono stati valutati gli eventi clinici e la funzione immune durante un follow-up di lungo termine.
Dopo un periodo mediano di 9 anni ( range: 8-11 anni ), 8 pazienti erano ancora vivi.
La terapia genica ha mostrato un iniziale successo nel correggere la disfunzione immunitaria in 8 dei 9 pazienti.
Tuttavia, in 4 pazienti si è sviluppata leucemia acuta, e 1 paziente è deceduto.
É stato possibile seguire le cellule trasdotte fino a 10.7 anni dopo la terapia genica.
Sette pazienti, inclusi i 3 sopravvissuti alla leucemia, hanno mostrato una ricostituzione immunitaria sostenuta; per 3 pazienti è stata necessaria una terapia di sostituzione dell'immunoglobulina.
In 3 pazienti è stata riscontrata timopoiesi sostenuta con presenza persistente di cellule T naive, anche dopo la chemioterapia.
Il repertorio del recettore delle cellule T era diverso in tutti i pazienti.
Non sono state rilevate le cellule B trasdotte.
La correzione dell'immunodeficienza ha migliorato la salute dei pazienti.
In conclusione, è stato dimostrato che, dopo circa 10 anni di follow-up, la terapia genica ha corretto l'immunodeficienza associata con SCID-X1.
La terapia genica potrebbe rappresentare un'opzione per i pazienti che non hanno un donatore HLA-identici per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche e per i quali i rischi sono considerati accettabili.
Questo trattamento è associato al rischio di leucemia acuta. ( Xagena_2010 )
Hacein-Bey-Abina S et al, N Engl J Med 2010; 363: 355-364
Link: MedicinaNews.it
MalRar2010