Malattia di Fabry e vasculopatia
Le principali manifestazioni cliniche nella malattia di Fabry sono rappresentate dalle complicanze cardiovascolari, tra cui la malattia cerebrovascolare, renale e cardiaca, ma la patofisiologia di questa specifica vasculopatia non è chiara.
Con lo sviluppo di trattamenti mirati per la malattia di Fabry è emerso che la rimozione del glicosfingolipidi accumulati dalle cellule endoteliali non è in grado di prevenire la progressione della malattia vascolare in molti pazienti.
Ricercatori dell’Academic Medical Center ad Amsterdam, hanno presentato un’ipotesi sull’evoluzione delle complicanze arteriose nella malattia di Fabry.
Anche se è ipotizzabile un processo precoce di aterosclerosi, la maggior parte degli studi hanno riportato l'assenza di formazione di placca.
L’ipertrofia delle cellule muscolari lisce, è probabilmente la caratteristica prima di una vasculopatia complessa. In presenza di una parete vascolare con progressiva evoluzione fibrosa e di una circolazione iperdinamica, è probabile una up-regolazione locale del sistema renina-angiotensina.
L’angiotensina II stimola la produzione di molecole di adesione, di citochine e di chemochine ed esercita un effetto pro-infiammatorio sui leucociti, sulle cellule endoteliali e sulle cellule muscolari lisce vascolari. Questo favorisce il rilascio di fattori pro-trombotici, opponendosi alle azioni mediate attraverso il recettore dell’angiotensina 2 ( AT2 ), compreso il rilascio di ossido nitrico.
Una combinazione di ridotta compliance vascolare e attivazione dei fattori pro-trombotici può portare a complicanze vascolari nella malattia di Fabry. ( Xagena_2009 )
Rombach SM et al, Mol Genet Metab 2009; Epub ahead of print
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