Zolgensma nell'atrofia muscolare spinale


L'atrofia muscolare spinale ( SMA ) è una patologia neurologica che comporta una progressiva degenerazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale che conduce a un deficit di muscolatura scheletrica e all’atrofia muscolare.
E' una patologia dal decorso progressiva che, nel momento in cui coinvolge i muscoli della respirazione, causa una morte prematura per insufficienza respiratoria.

Sotto l'aspetto genetico nella atrofia SMA è coinvolta la regione genica nota come survival motor neuron ( SMN ), localizzata sul braccio lungo del cromosoma 5 ( 5q 11.2-q 13.3 ).
Le alterazioni a danno del gene SMN sono dovute a mutazioni diverse con sviluppo di quadri sintomatologici sovrapponibili con forme di malattia che insorgono in differenti fasce d’età.
La forma più grave è la SMA di tipo 1 ( SMA1 ), che si manifesta dalla nascita, seguita dalla SMA di tipo 2 ( SMA2 ) che ha esordio in genere entro il secondo anno di vita e, pur con deficit di forza di entità variabile, permette la sopravvivenza anche oltre l’età dell’adolescenza.
La SMA di tipo 3 ( SMA3 ), si manifesta in una fascia di età più ampia, generalmente tra i 2 e i 17 anni.
I vari fenotipi di SMA sono prodotti dall’assenza del gene SMN1, ma la presenza di diverse copie del gene SMN2 può, in alcuni individui, compensare la mancanza di SMN1 contribuendo all’attenuazione dei sintomi.

L’approvazione di Zolgensma ( Onasemnogene abeparvovec ) da parte della FDA ( Food and Drug Administration ) si è basata sui risultati di due studi clinici, lo studio STR1VE, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di Zolgensma nei bambini con SMA1 di età inferiore a sei mesi, e lo studio SPR1NT, che ha valutato i medesimi parametri in neonati di età inferiore a 42 giorni con SMA1 e 2, che non presentano ancora sintomi e hanno due o più copie del gene SMN2.

Un nuovo studio è stato presentato al Congresso WMS ( World Muscle Society ) di Copenaghen.I pazienti arruolati sono stati suddivisi in due gruppi in base all’età che i pazienti avevano al momento della somministrazione di Zolgensma: un primo gruppo formato da bambini molto piccoli, da sei mesi a due anni, e un secondo, invece, da bambini di età compresa tra due e cinque anni.
Al momento dell’analisi dei dati erano stati arruolati, nello studio STRONG, 31 bambini a cui Zolgensma era stato somministrato in due delle tre dosi in sperimentazione, una a più bassa e una a più alta concentrazione.
A differenza dei due studi clinici precedenti in cui la somministrazione di Zolgesma era avvenuta per via endovenosa, nello studio STRONG, nel quale partecipano bambini fino a 5 anni, la terapia viene somministrata per via intratecale ( direttamente nel canale spinale ).
Nel gruppo di pazienti più giovani sono stati raggiunti diversi traguardi a livello motorio stabiliti dal protocollo per la valutazione dell’efficacia terapeutica. Due bambini avevano acquisito la capacità di rimanere autonomamente in piedi e uno ha iniziato a camminare senza bisogno di assistenza.
12 bambini più grandi hanno riportato un aumento medio di 5.9 punti sulla scala HFMSE ( Hammersmith Functional Motor Scale Expanded ) dopo un follow up medio di 9.3 mesi.

Gli eventi avversi segnalati fino ad oggi su quattro diversi pazienti sono: un’influenza, una polmonite, un’infezione da virus respiratorio sinciziale, un aumento dei livelli ematici di ALT, AST e della fosfatasi alcalina, e un episodio di insufficienza respiratoria.
In nessun caso questi eventi avversi sono stati riportati come eventi gravi che potessero mettere in dubbio la prosecuzione dello studio. ( Xagena_2019 )

Fonte: Avexis, 2019

Xagena_Medicina_2019