Sindrome di Costen


La sindrome di Costen, detta anche sindrome temporo-mandibolare, è caratterizzata da segni e sintomi dovuti a un’alterazione dell’articolazione temporo-mandibolare o dei muscoli e dei legamenti che ne sono il supporto ( sistema stomatognatico ).

Si tratta di una sindrome di competenza odontostomatologica, e le sue cause possono essere traumatiche ( danni alla mandibola, al collo, alla testa ), oppure derivare da artrosi o dislocazione dell’articolazione, da digrignamento notturno dei denti ( bruxismo ), da malocclusione ( per esempio per mancanza di denti o per otturazioni o protesi dentarie eseguite male ).

Generalmente i soggetti colpiti possono presentare una ridotta e difficoltosa apertura boccale, esiste la possibilità di un blocco della mandibola in una data posizione, inoltre ogni movimento causa dolore dell’articolazione e del collo ( cervicalgia ), cefalea, indolenzimento dei muscoli mandibolari, vertigini, acufenia, otalgia.

La diagnosi della sindrome di Costen è effettuata sulla base dei sintomi e dell’esame obiettivo, e può avvalersi di esami radiografici, TAC, risonanza magnetica o elettromiografia.

La terapia della sintomatologia dolorosa che accompagna la sindrome è a base di antiinfiammatori e miorilassanti che possono essere d’aiuto nel limitare la tensione muscolare. Può essere utile eseguire esercizi di ginnastica mandibolare. In caso la sindrome sia scatenata da patologie che riguardano l’allineamento dentale è necessario un intervento di tipo odontoiatrico. L’intervento chirurgico è un’evenienza rara, solo nel caso in cui vi siano malformazioni anatomiche tali da impedire la chiusura corretta della bocca. ( Xagena_2010 )



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