Rimonabant riduce il peso corporeo ed i fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti in sovrappeso


Nei modelli animali, il blocco del recettore dei cannabinoidi 1 ( CB1 ) produce un fenotipo magro, resistente all’obesità indotta dalla dieta ed alla dislipidemia associata.

I Ricercatori dello studio RIO-Europe hanno valutato l’effetto del Rimonabant ( Acomplia ), un bloccante selettivo CB1 sul peso corporeo e sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti in sovrappeso o obesi.

Hanno preso parte allo studio 1507 pazienti con indice di massa corporea 30 kg/m2 o superiore, oppure indice di massa corporea superiore a 27 kg/m2 con fattori di rischio quali, dislipidemia, ipertensione, o entrambi.

I pazienti sono stati assegnati in modo random a ricevere placebo, 5 mg/die o 20 mg/die di Rimonabant in aggiunta ad una dieta ipocalorica.

L’endpoint primario di efficacia era il cambiamento di peso dopo 1 anno di trattamento.

La perdita di peso ad un anno era significativamente maggiore nei pazienti trattati con Rimonabant 5 mg ( - 3,4 kg; p = 0,002 versus placebo ) e 20 mg ( - 6,6 kg; p < 0,001 versus placebo ) quando confrontati con il placebo ( - 1,8 kg ).

Un numero maggiore di pazienti trattati con Rimonabant 20 mg che con placebo ha raggiunto una perdita di peso del 5% o superiore ( p < 0,001 ) e del 10% o superiore ( p < 0,001 ).

Rimonabant al dosaggio di 20 mg ha prodotto miglioramenti maggiori rispetto al placebo riguardo alla circonferenza del giro vita, colesterolo-HDL, trigliceridi e resistenza all’insulina, e nell’incidenza della sindrome metabolica.

Gli effetti del Rimonabant 5 mg hanno avuto un minor impatto clinico.

Il Rimonabant è risultato generalmente ben tollerato con lievi e transitori effetti indesiderati.

I dati di questo studio hanno indicato che il Rimonabant 20 mg, associato ad una dieta ipocalorica, nell’arco di 1 anno, è in grado di ridurre in modo significativo il peso corporeo, la circonferenza del giro vita e di migliorare i fattori di rischio cardiovascolari. ( Xagena_2005 )

Van Gaal LF et al, Lancet 2005; 365: 1389-1397



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