Relazione tra disturbi del sonno e sindrome metabolica
Uno studio in un modello murino ha mostrato che nell’ipotalamo risiederebbero i centri per il controllo del ciclo sveglia/sonno ed anche i centri che regolano l’appetito ed il metabolismo.
I topi con una mutazione nel gene, denominato “Clock”, che regola il ritmo circadiano, si nutrono in maniera più abbondante rispetto ai normali topi e tendono ad ingrassare.
Questa scoperta potrebbe spiegare perché il sonno interrotto, soprattutto quando associato ad una dieta ricca di grassi, può provocare un eccessivo aumento di peso e all’insorgenza in alcune persone della sindrome metabolica.
Il National Cholesterol Education Program definisce come sindrome metabolica il presentarsi di almeno 3 dei seguenti fattori di rischio: ipertensione, iperglicemia, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, ed un’elevata circonferenza del girovita.
Fred W Turek della Northwestern University ad Evanston e colleghi hanno trovato che i topi con una mutazione nel gene “Clock” erano più attivi durante il periodo in cui i roditori di norma dormono.
Questi topi presentano anche meno fluttuazioni dei livelli ematici di leptina, un ormone che trasmette segnali di sazietà al cervello.
I topi mutanti del gene “Clock” avevano ridotti livelli dell’ormone ghrelina nell’ipotalamo, indicando che la ghrelina può prender parte alla trasmissione dei segnali che riguardano il sonno, la veglia e l’appetito.
I topi con una mutazione nel gene “Clock” nutriti con una dieta regolare hanno guadagnato più peso rispetto ai normali topi nutriti con una dieta ricca di grassi.
I topi mutanti hanno inoltre presentato cambiamenti nel metabolismo, con sviluppo di condizioni associate ad obesità, diabete e sindrome metabolica.( Xagena_2005 )
Fonte: NIH, 2005
MedicinaNews.it