Effetti neuropsichiatrici avversi dei farmaci antiobesità ad azione centrale
I sistemi neurochimici centrali, che comprendono i sistemi delle monoamine, oppioidi e cannabinoidi, sono stati bersagli per i farmaci antiobesità che modificano le componenti comportamentali dell’obesità.
Oltre a modulare il comportamento alimentare, i farmaci antiobesità ad azione centrale possono anche alterare il comportamento emotivo e la funzione cognitiva, a causa dell’elevata espressione dei recettori per i sistemi neurochimici all'interno dei circuiti fronto-striatale e limbico, che sono un target per questi farmaci.
Sono stati esaminati gli effetti neuropsichiatrici avversi dei farmaci antiobesità con un meccanismo d'azione centrale per correlare gli effetti avversi ai sottostanti substrati neurali e ai processi neurochimici.
Si è rilevato che i farmaci antiobesità mostrano diversi profili di eventi avversi neuropsichiatrici.
L'insonnia è l'effetto avverso più comune riscontrato con i farmaci destinati ai sistemi monoaminici ( Sibutramina, Bupropione e Tesofensina ). Questi farmaci per alcuni effetti positivi sul tono dell'umore e sull'ansia, possono aver aggiunto benefici terapeutici nei pazienti obesi con comorbidità di depressione e ansia.
Sedazione e stanchezza sono stati i più comuni effetti avversi riportati con i farmaci destinati ai recettori m-oppioidi ( ad esempio, Naltrexone ) e con le terapie di combinazione dirette ai sistemi oppioidi e monoaminici ( ad esempio, associazione Bupropione e Naltrexone ).
I deficit cognitivi sono stati più frequentemente associati ai farmaci antiepilettici, Topiramato e Zonisamide, coerentemente con le loro proprietà sedative.
I farmaci destinati al sistema dei cannabinoidi ( Rimonabant e Taranabant ) sono stati costantemente associati a sintomi di ansia e depressione, compresi gli episodi di ideazione suicidaria.
Simili eventi avversi si sono osservati anche per Ecopipam, antagonista dei recettori D1/D5. ( Xagena_2010 )
Nathan PJ et al, CNS Neurosci Ther 2010; Epub ahead of print
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