Bypass gastrico: predittori psicobiologici di esito


Attualmente la chirurgia bariatrica è il trattamento di scelta per l’obesità, anche se i risultati non sono uguali in tutti i pazienti. Molti fattori non-chirurgici e psicologici sembrano influenzare le capacità del paziente di adattarsi alla condizione postoperatoria, anche se tuttora non esistono predittori univoci di esito.

Uno studio ha valutato quali variabili preoperatorie nel bypass gastrico possono predire l’esito a 2 anni.

Un totale di 39 pazienti obesi si sono sottoposti a intervento di bypass gastrico. Ai soggetti è stata somministrata una batteria di test psicometrici, per valutare personalità ( TCI, Temperament and Character Inventory ) psicopatologia alimentare ( BES, Binge Eating Scale; BSQ, Body Shape Questionnaire; EDI-2, Eating Disorder Inventory ) e psicopatologia generale ( STAXI, Beck Depression Inventory, BDI, Symptom Check-List-90, SCL-90 and SF-36 ).

Il calo ponderale è stato valutato a 3, 6, 12 e 24 mesi. Una perdita del 50% dell’eccesso ponderale ( EWL 50% ) è stata impiegata come criterio di successo.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base all’esito ed è stata valutata la presenza di un’associazione significativa tra esito e variabili preoperatorie.

L’84.6% dei pazienti ha raggiunto un soddisfacente calo ponderale. L’indice di massa corporea ( BMI ) preoperatorio e la persistenza al TCI sembrano essere predittori di esito a 2 anni, mentre non lo sono le variabili sociodemografiche e la presenza di binge eating.

Il bypass gastrico è efficace nella maggior parte dei pazienti. Malgrado siano necessari studi più lunghi e ampi, la personalità emerge come predittore di esito già a due anni dall’intervento. ( Xagena_2010 )

Leombruni P et al, Minerva Psichiatrica 2010;51:237-245

Link: Metabolismo.net>

Link: MedicinaNews.it

Endo2010 Psyche2010