I pazienti con malattia arteriosa manifesta, fisicamente attivi, hanno minore probabilità di presentare sindrome metabolica e resistenza all’insulina


L’attività fisica può influenzare la sensibilità all’insulina e la sindrome metabolica, indipendentemente dalla perdita di peso.

Ricercatori dell’University Medical Center ad Utrech in Olanda hanno valutato l’effetto dell’attività fisica nel tempo libero sulla prevalenza della sindrome metabolica e della resistenza all’insulina nei pazienti con malattia arteriosa manifesta, ed il ruolo del peso corporeo e della distribuzione del grasso corporeo su questa relazione.

I dati ottenuti dallo studio SMART ( Second Manifestations of ARTerial disease ) hanno riguardato 1097 pazienti, di età media 58,3 anni, con malattia vascolare manifesta o fattori di rischio vascolare.

I pazienti sono stati classificati in base al tempo speso a svolgere attività fisica nel tempo libero: 0 equivalenti metabolici/ora a settimana ( 16% ), 1-14,9 equivalenti metabolici a settimana. ( 16% ), più di 15 equivalenti metabolici a settimana ( 20% ).

La prevalenza della sindrome metabolica era marcatamente più bassa ( 20% ) nei pazienti fisicamante attivi ( > 15 equivalenti metabolici /ora a settimana ), rispetto ai pazienti fisicamente inattivi ( 36%; odds ratio, OR=0,50 ) [ aggiustamento per età, sesso, indice massa corporea, fumo ].
Dopo aggiustamento per l’età, il sesso, la circonferenza vita ed il fumo, il rischio ( odds ratio ) di andare incontro a sindrome metabolica è rimasto essenzialmente lo stesso. ( OR=0,59 ).

I pazienti che erano attivi ( > 15 equivalenti metabolici/ora per settimana ) hanno presentato un considerevole più basso rischio di resistenza all’insulina ( HOMA- IR > 2,38 ), rispetto ai pazienti inattivi ( OR=0,40 ), dopo aggiustamento per età, sesso, indice di massa corporea e fumo.

Dallo studio è emerso che i pazienti con malattia arteriosa manifesta che sono fisicamente attivi hanno minore probabilità di presentare sindrome metabolica e resistenza all’insulina, rispetto ai pazienti fisicamente inattivi, nonostante il peso corporeo fosse comparabile tra i gruppi. ( Xagena_2007 )

Brouwe BG et al, Am Heart J 2007; 154: 1146-1152



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