Ublituximab nel trattamento dei pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante in forma attiva
Ublituximab ( Briumvi ) è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio un epitopo unico presente sulle cellule B che esprimono la proteina CD20.
Il targeting del CD20 mediante anticorpi monoclonali ha dimostrato di essere un importante approccio terapeutico per la gestione della sclerosi multipla recidivante, contribuendo alla deplezione delle cellule B, un meccanismo chiave nel controllo della malattia. Grazie a un processo di glico-ingegnerizzazione, Ublituximab non contiene alcune molecole di zucchero tipicamente presenti sugli anticorpi monoclonali, consentendo una più efficace deplezione delle cellule B. Studi clinici hanno dimostrato che, dopo 24 ore dalla prima infusione, i pazienti trattati con Ublituximab hanno registrato una riduzione del 97% delle cellule B.
Ublituximab viene somministrato per via endovenosa della durata di 1 ora, due volte l’anno, dopo una dose iniziale (somministrata in 4 ore), riducendo così il tempo trascorso dal paziente nell’area di infusione e alleggerendo il carico per il personale sanitario.
Gli studi clinici di fase 3 ULTIMATE I e II hanno confrontato l’efficacia e la sicurezza di Ublituximab rispetto a Teriflunomide, un farmaco orale già utilizzato nel trattamento della sclerosi multipla recidivante. I risultati hanno dimostrato che Ublituximab ha prodotto una riduzione significativa del tasso annualizzato di recidive, con un tasso dello 0,08 nel gruppo Ublituximab versus 0,19 nel gruppo Teriflunomide nello studio ULTIMATE I, e 0,09 versus 0,18 nello studio ULTIMATE II. Ublituximab ha anche ridotto in modo significativo il numero di lesioni cerebrali evidenziate dalla risonanza magnetica.
In Italia ci sono oltre 140.000 persone che vivono con la sclerosi multipla, con quasi 3.600 nuove diagnosi ogni anno.
La sclerosi multipla è più comune nelle donne che negli uomini, con un rapporto di prevalenza circa doppio, mentre tra i casi incidenti (nuovi casi per anno), c’è un rapporto medio di 3 donne per ogni uomo colpito dalla malattia. ( Xagena_2025 )
Fonte: AIFA, 2025
XagenaMedicina_2025