Malattie neurologiche autoimmuni: l'immunoglobulina per via endovenosa può trovare impiego


L'immunoglobulina somministrata per via endovenosa ( IVIG, IntraVenous ImmunoGlobulin ) aumenta l'omeostasi immunitaria attraverso la modulazione dell'espressione e della funzione dei recettori Fc , interferendo con l'attivazione del complemento e con la produzione delle citochine, fornendo anticorpi anti-idiotipici ed influenzando l'attivazione e sulle funzioni effettrici delle cellule B e T.
Questi meccanismi potrebbero spiegare l'efficacia delle immunoglobuline nel trattamento delle malattie neuromuscolari autoimmuni.

Marinos C Dalakas del National Institute of Neurological Disorders and Stroke ( NIHDS ) di Bethesda ha compiuto una revisione sull'efficacia dell' immunoglobulina per via endovenosa nelle malattie neuromuscolari autoimmuni.

Da questa analisi è emerso che l'immunoglobulina per via endovenosa , al dosaggio totale di 2g/kg, è efficace come terapia di prima linea nella sindrome di Guillain-Barré, nella polineuropatia cronica infiammatoria demielinizzante e nella neuropatia motoria multifocale, e come terapia di seconda linea nella sindrome stiff-person, nella dermatomiosite, nella miastenia e nella sindrome miastenica di Lambert-Eaton.

Da altri studi è emerso che l'immunoglobulina per via endovenosa produce un modesto beneficio, variabile e transitorio, ma non statisticamente significativo nei pazienti affetti da miosite a corpi inclusi e da polineuropatia demielinizzante dell'anticorpo diretto contro la glicoproteina associata alla mielina ( MAG ) .

L'immunogloulina per via endovenosa non si è dimostrata efficace nel trattamento dei pazienti affetti da sclerosi multipla che hanno evidenziato debolezza o neurite ottica.

Nella miastenia grave, questo tipo di trattamento potrebbe essere riservato ai casi più difficili o prima della timectomia in luogo di una plasmaferesi.

Nonostante che l'immunoglobulina sia efficace in alcune malattie neurologiche autoimmuni, rimangono da stabilire lo spettro di efficacia, soprattutto come terapia di prima linea, e il dosaggio appropriato per una terapia di mantenimento di lungo periodo. ( Xagena_2004 )

Dalakas M C, JAMA 2004; 291: 2367-2375



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