La terapia antiaggregante piastrinica contribuisce al deterioramento acuto dell’emorragia intracerebrale


Ricercatori giapponesi del National Kyushu Medical Center a Fukuoka hanno esaminato l’effetto della terapia antiaggregante piastrinica sulla gravità iniziale e sull’outcome della fase acuta dell’emorragia intracerebrale.

Sono state revisionate le cartelle cliniche di 251 pazienti consecutivi ospedalizzati presso il Centro Cerebrovascolare entro 24 ore dopo l’insorgenza di emorragia intracerebrale.

Il 23% ( n = 57 ) ha sviluppato emorragia intracerebrale durante la terapia antiaggregante per os.

La principale indicazione per la terapia antiaggregante piastrinica era la prevenzione di recidive di ictus ( 63% ).

Rispetto ai pazienti non in terapia con antiaggreganti piastrinici, coloro che sono stati sottoposti a trattamento antiaggregante erano più anziani, di età pari o superiore a 70 anni ( 60% versus 35%; p < 0.001 ), avevano un precedente ictus ischemico sintomatico ( 54% versus 7%; p < 0.0001 ), avevano diabete mellito ( 26% versus 15%; p < 0.05 ) ed avevano una malattia cardiaca ( 32% versus 8%; p < 0.0001 ).

La terapia antiaggregante era predittiva di un aumento nel volume dell’ematoma maggiore del 40% al secondo giorno di ricovero ospedaliero ( odds ratio, OR, per l’allargamento dell’ematoma, 7.67 ) e della necessità di evacuazione chirurgica d’emergenza dell’ematoma ( OR = 3.10 ).

I dati di questo studio mostrano che la terapia antiaggregante piastrinica sembra contribuire al deterioramento clinico acuto dell’emorragia intracerebrale. ( Xagena_2005 )

Toyoda K et al, Neurology 2005; 65: 1000-1004



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XagenaFarmaci_2005