La valutazione della retina può essere utilizzata come marker di attività della sclerosi multipla


Ricercatori dell’University of Navarra, a Pamplona, in Spagna, hanno valutato l’esistenza di un’associazione tra lo spessore dello strato delle fibre nervose della retina ( RNFL ), misurato grazie a tomografia ottica a radiazione coerente ( OCT ), periflebite retinica e l’attività di malattia della sclerosi multipla.

Lo studio prospettico, della durata di 2 anni, ha riguardato una coorte di 61 pazienti e 29 controlli.
I partecipanti sono stati sottoposti a valutazione neurologica ogni 3 mesi e ad esame oftalmologico, inclusa OTC, ogni 6 mesi.
Sono stati effettuati anche studi basali di MRI ( risonanza magnetica per immagini ) dai quali sono stati ricavati dati circa il volume cerebrale ed il carico di lesioni.

E’ risultato che lo spessore RNFL nei pazienti con sclerosi multipla era inferiore rispetto ai controlli, in particolare nel quadrante temporale ( p=0.004 ).

Sebbene l’atrofia RNFL fosse maggiore nei pazienti che mostravano anche neurite ottica ( p=0.002 ), è risultata anche aumentata nei pazienti con sclerosi multipla non affetti da neurite ottica, rispetto ai controlli ( p=0.014 ).
L’atrofia RNFL è risultata correlata ad una maggiore disabilità ( r: -0.348, p=0.001 ) e ad una maggiore durata temporale della malattia ( r: -0.301, p=0.003 ). Inoltre, l’atrofia RNFL al quadrante temporale, al basale, è risultata associata alla presenza di nuove recidive e a cambiamenti nella scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) alla fine dello studio ( p<0.05 in tutti i casi ).
Infatti lo spessore del RNFL è risultato correlato con il volume della materia bianca ( r = 0.291, p = 0.005 ) e quello della materia grigia ( r = 0.239, p = 0.021 ).

La presenza di periflebite retinica è un fattore di rischio per la comparsa di nuove recidive entro i 2 anni successivi ( odds ratio = 1.52, p = 0.02 ); i pazienti con periflebite retinica mostrano un maggior volume di lesioni evidenziate dal Gadolinio ( p = 0.003 ).

I dati dello studio hanno mostrato che l’atrofia dello strato delle fibre nervose della retina e la presenza di periflebite retinica sono associate con l’attività della malattia, suggerendo che la valutazione della retina può essere utilizzata come biomarcatore di attività della sclerosi multipla. ( Xagena_2007 )br>
Sepulcre J et al, Neurology 2007; 68: 1488-1494



Link: MedicinaNews.it