Wakix per il trattamento degli adulti affetti da narcolessia con e senza cataplessia

Wakix, nome commerciale del Pitolisant, è il primo di una nuova classe di farmaci per la cura dei disturbi del ciclo sonno-veglia. Si tratta di un agonista / antagonista inverso del recettore H3 dell'istamina, indicato negli adulti per il trattamento della narcolessia con e senza cataplessia.

Agendo sui recettori presinaptici H3 dell'istamina, Wakix promuove il rilascio di istamina nel sistema nervoso centrale, aumentando veglia e attenzione nei soggetti narcolettici.
Potenziando l'attività dei neuroni istaminergici e il rilascio di istamina, Wakix agisce anche, indirettamente, sugli altri sistemi di neurotrasmettitori, aumentando il rilascio di acetilcolina, norepinefrina e dopamina nel sistema nervoso centrale.

Il farmaco è disponibile sotto forma di compresse rivestite da 4.5 mg o 18 mg, che contengono, rispettivamente, 5 mg e 20 mg di idrocloruro di Wakix.

HARMONY CTP era uno studio di fase III, multicentrico, prospettico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo. È stato effettuato in 16 Centri di 8 Paesi. Complessivamente, sono stati inclusi 105 soggetti narcolettici che hanno ricevuto Pitolisant ( n=54 ) o placebo ( n=51 ).
Al basale, i pazienti arruolati presentavano una elevata frequenza di attacchi di cataplessia ( da 7 a 9 alla settimana ), una forma grave di sonnolenza diurna ( punteggio alla scala ESS di circa 17 ), una marcata tendenza all'addormentamento durante il giorno misurata con esami specifici.
Il 64% presentava altri sintomi della narcolessia, come le allucinazioni ipnagogiche, che si presentano nella fase dell'addormentamento.

Dopo una settimana di sospensione di altre terapie e due settimane di valutazione basale dei sintomi, ai pazienti è stato somministrato per un mese Pitolisant una volta al giorno per via orale, con titolazione del dosaggio in base alla risposta individuale, da 5 mg a 40 mg al giorno.

La variabile primaria adottata per valutare l'efficacia della cura è stata la modificazione del numero medio settimanale di attacchi di cataplessia, annotati nei diari dei pazienti, confrontando quella rilevata nelle due settimane prima di iniziare la cura con quella delle quattro settimane in cui i pazienti hanno ricevuto Pitolisant a dosi stabili.
L'analisi è stata eseguita sulla popolazione Intention-To-Treat ( ITT ).

La frequenza di attacchi settimanali di cataplessia con Pitolisant è diminuita da 9.15 a 2.27 e con placebo da 7.31 a 4.52.
L'efficacia del Pitolisant è risultata superiore in maniera statisticamente significativa ( p inferiore a 0.0001 ).

La narcolessia è una malattia rara neurologica, ed è caratterizzata da una marcata sonnolenza diurna con compromissione della capacità di mantenere la veglia e l'attenzione e con crisi di sonno improvvise.
Inoltre, gran parte dei pazienti soffre di attacchi di cataplessia ( improvvisa e temporanea perdita di tono muscolare che può condurre a pericolose cadute ). Questo è il sintomo più specifico e disabilitante della malattia.

La forma più comune di narcolessia è causata dalla distruzione, spesso durante l'infanzia, di una popolazione di neuroni dell'ipotalamo, che secerne un peptide che favorisce la veglia, chiamata ipocretina o orexina. Questo tipo di neurotrasmettitore gioca un ruolo importante nel mantenimento dello stato di veglia durante il giorno, principalmente tramite l'attivazione dei neuroni istaminergici che, appunto, promuovono la veglia.

Nella narcolessia, l'assenza dei neuroni specifici, e quindi dell'ipocretina / orexina, è parzialmente compensata, nel sistema nervoso centrale, da un aumento del numero di neuroni istaminergici, ma ciò non è sufficiente a mantenere la veglia e a prevenire i pericolosi attacchi di cataplessia.

Finora, i trattamenti approvati in questa indicazione sono stati alcuni psicostimolanti, come anfetamine e Modafinil, mirati a ridurre l'eccessiva sonnolenza diurna, e il Sodio Oxibato attivo soprattutto sulla cataplessia e, in parte, sulla sonnolenza diurna. Tali trattamenti agiscono sulle vie dopaminergiche e GABAergiche, comportando il rischio di inadeguata risposta o di effetti collaterali anche gravi. ( Xagena_2017 )

Fonte: Bioprojet Pharma, 2017

Xagena_Medicina_2017