Retatrutide è il primo tri-agonista ormonale a mostrare la propria efficacia nel trattamento dell'obesità


Tra i nuovi farmaci per contrastare l'obesità, dopo la Semaglutide, la Retatrutide è caratterizzata da un meccanismo d’azione più articolato rispetto ai suoi potenziali competitor.

Retaglutide, sperimentato in uno studio di fase 2 che ha coinvolto 338 adulti, è stato in grado di determinare un calo ponderale che al dosaggio più elevato ( 12 milligrammi ) superiore al 24%.

I ricercatori della Yale University ( New Haven; USA ) e dell’Harvard Medical School ( Boston; USA ) hanno valutato la sicurezza e l’efficacia di Retaglutide in uno studio randomizzato condotto in doppio cieco e contro placebo.

Il gruppo di pazienti coinvolti aveva un indice di massa corporea ( BMI ) superiore a 30 ( obesità di primo grado ) o compreso tra 27 e 30 ( purché in presenza di una comorbidità ).
I partecipanti sono stati suddivisi in diversi gruppi con l’obiettivo di valutare le variazioni nelle risposte a diversi dosaggi del farmaco ( da 1 a 12 milligrammi ), somministrato una volta a settimana attraverso una iniezione cutanea.

Gli obiettivi erano: misurare la riduzione percentuale del peso corporeo dopo 24 e 48 settimane di trattamento.

Al primo step di valutazione, il calo ponderale è risultato compreso tra il 7,2% ( con 1 milligrammo di Retatrutide alla settimana ) e il 17,5% ( 12 milligrammi ): rispetto all’1,6% del placebo.
I risultati ottenuti dalla somministrazioen di Retatrutide sono stati superiori alla soglia ( 5% ) indicata per definire efficace o meno un farmaco per il trattamento dell’obesità.

L’effetto è poi cresciuto nel tempo; dopo un anno di terapia le persone sono arrivate a perdere dall’8,7% ( dato medio relativo al gruppo trattato con 1 mg di Retatrutide ) al 24,2% ( 12 mg ) del peso di partenza. Un dato, quest’ultimo, quasi 12 volte superiore a quello determinato dal placebo ( -2,1% ).

Nella valutazione a 48 settimane si è misurato anche quanti adulti avessero perso almeno il 5, il 10 e il 15 per cento del proprio peso.
Con il dosaggio più alto del farmaco sono stati ottenuti rispettivamente i seguenti risultati: 100, 93 e 83 per cento delle persone trattate.
Nel campione trattato con il placebo i valori percentuali sono stati compresi tra il 2 e il 27 per cento dei soggetti trattati.

Le reazioni avverse, dipendenti dalla dose di Retatrutide somministrata, se ne sono registrati soprattutto a carico dell’apparato gastrointestinale ( nausea, diarrea, vomito e costipazione ).
Gli effetti indesiderati sono risultati mitigati da una dose iniziale più bassa di trattamento ( 2-4 mg ).

Retatrutide appartiene alla classe delle incretine, principi attivi progettati per imitare l’azione dell’ormone GLP-1 ( rallenta lo svuotamento gastrico, aumenta il senso di sazietà e riduce l’appetito ). Ma rispetto agli analoghi del GLP-1 già disponibili ( come Semaglutide ), Retatrutide interagisce anche con i recettori del glucagone e del polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente ( GIP ).

Retatrutide è il primo tri-agonista ormonale a mostrare la propria efficacia nel trattamento dell'obesità.
Negli adulti obesi, il trattamento con Retatrutide per 48 settimane determina una riduzione sostanziale del peso corporeo. ( Xagena_2023 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2023

Xagena_Medicina_2023