Cellulite orbitale: microbiologia e gestione antibiotica
Le infezioni orbitali causate da Staphylococcus aureus resistente a meticillina ( MRSA ) potrebbero essere in aumento.
Poiché le infezioni da Staphylococcus aureus hanno importanti implicazioni di trattamento, è stato condotto uno studio per revisionare la gestione microbiologica e antibiotica dei bambini ospedalizzati con cellulite e ascessi orbitali.
La revisione retrospettiva ha riguardato le cartelle cliniche di tutti i pazienti ricoverati in un ospedale pediatrico di terzo livello tra il 2004 e il 2009 con infezioni orbitali confermate con tomografia computerizzata.
Sono stati esclusi i pazienti con precedente intervento chirurgico o trauma, anomalie anatomiche all’occhio, tumori, immunodeficienza o infezioni presettali.
Sono stati identificati 94 bambini con infezioni orbitali, e un vero patogeno è stato riconosciuto nel 31% dei pazienti.
I batteri più comunemente identificati facevano parte del gruppo Streptococcus anginosus ( 14 su 94 pazienti [ 15% ] ).
Lo Staphylococcus aureus ( 1 paziente con MRSA ) è stato identificato nel 9% dei pazienti.
È stata frequentemente utilizzata una combinazione di agenti antimicrobici ( 62% ) e l’uso di Vancomicina ( Vancocina ) è aumentato dal 14% al 57% durante il periodo di studio.
I pazienti trattati con un singolo antibiotico durante il ricovero in ospedale ( n=32 ), rispetto a quelli trattati con terapia di combinazione ( n=58 ), hanno mostrato maggiore probabilità di essere dimessi con un singolo antibiotico ( P inferiore a 0.001 ).
In totale, 25 pazienti ( 27% ) sono stati dimessi con terapia antibiotica di combinazione e 13 ( 14% ) con terapia intravenosa.
In conclusione, il gruppo Streptococcus anginosus è un patogeno emergente nelle infezioni orbitali pediatriche.
Benché lo Staphylococcus aureus resistente a meticillina sia risultato poco comune, i pazienti sono stati trattati frequentemente con Vancomicina e una combinazione di antibiotici.
Un regime antibiotico semplificato potrebbe aiutare a limitare lo sviluppo di organismi resistenti e potrebbe facilitare la transizione a un trattamento orale. ( Xagena_2011 )
Seltz LB et al, Pediatrics 2011; 127: e566-572
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