Esotropia nel soggetto miope


L’associazione tra miopia ed esotropia non è frequente. L’esotropia in soggetti miopi spesso comporta problemi diagnostici e terapeutici. Spesso, infatti, l’esotropia del miope risponde alla chirurgia muscolare in maniera non-soddisfacente.

Ci sono forme di esotropia dove l’associazione con la miopia pare essere casuale, come nel caso dell’esotropia essenziale infantile e dell’esoforia che sono condizioni congenite di origine sconosciuta più spesso associate all’ipermetropia. In questi casi spesso la miopia si sostituisce all’ipermetropia durante lo sviluppo visivo creando comunque problemi terapeutici.

Ci sono poi forme di esotropia dove invece la miopia pare essere coinvolta nella patogenesi dello strabismo stesso. Queste sono rappresentate dall’esotropia infantile da miopia non-corretta e punto remoto di accomodazione posto a una distanza prossima al paziente, dall’esotropia concomitante di Bielschowsky e dall’esotropia restrittiva del miope elevato che in alcuni casi può assumere la forma estrema di sindrome dell’occhio pesante, caratterizzata dalla deviazione di uno o entrambi gli occhi in estrema adduzione e infraduzione.

L’esotropia infantile da miopia non-corretta è causata dalla vicinanza al paziente del punto remoto di accomodazione e va trattata non-chirurgicamente ma con la prescrizione dell’occhiale correttivo.

E’ stato ipotizzato che alla base dell’esotropia di Bielschowsky vi possa essere una disfunzione accomodativa ed è stata proposta una terapia medica basata sull’atropinizzazione del paziente al posto dell’intervento chirurgico.

Le tecniche di risonanza magnetica, specie le proiezioni coronali dell’orbita, hanno permesso di comprendere la fisiopatologia dell’esotropia restrittiva e della sindrome dell’occhio pesante consentendo di mettere a punto una tecnica chirurgica specifica ed efficace. ( Xagena_2010 )

Schiavi C, Scarale ME, Minerva Oftalmologica 2010; 52: 111-118



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