Alterazioni bilaterali gravi della superficie oculare : ricostruzione corneale con strati di cellule autologhe dell'epitelio oromucosale


Un trauma o una malattia oculare può portare a grave opacizzazione corneale e, conseguentemente, a grave perdita della vista come risultato di una completa perdita di cellule staminali dell'epitelio corneale.

Il trapianto di cellule staminali corneali autologhe rappresenta un'alternativa al trapianto eterologo e non richiede trattamento immunosoppressivo.

Tuttavia, tale tecnica non è applicabile nei casi in cui la malattia bilaterale conduce ad una totale deficienza di cellule staminali corneali, in entrambi gli occhi.

Uno studio, coordinato da Ricercatori della Osaka University Medical School in Giappone ha valutato l'impiego di cellule autologhe epiteliali oromucosali allo scopo di ricostruire la superficie coneale.

Sono stati prelevati campioni di tessuto oromucosale da 4 pazienti con deficienza bilaterale totale di cellule staminali corneali e sono stati costruiti "ex vivo" strati cellulari epiteliali di tessuto-ingegnerizzato.

Successivamente il tessuto fibrovascolare congiuntivale è stato chirurgicamente rimosso dalla superficie oculare, e gli strati di cellule autologhe coltivate sono stati trapiantati direttamente sulla superficie corneale "denudata" ( un solo occhio per paziente ), senza suturare.

La completa riepitelizzazione della superficie corneale è avvenuta entro 1 settimana per tutti e 4 gli occhi trattati.
La trasparenza corneale è stata ripristinata e l'acutezza visiva postoperatoria è notevolmente migliorata in tutti e 4 gli occhi.

Durante il periodo medio di follow-up ( osservazione ) di 14 mesi, le superfici corneali sono rimaste trasparenti.

Non sono state riscontrate complicanze.

Il trapianto senza sutura di strati cellulari ottenute da cellule epiteliali autologhe oromucosali può essere impiegato per la ricostruzione delle superfici corneali e può restituire la vista nei pazienti con alterazioni bilaterali gravi della superficie oculare. ( Xagena_2004 )

Nishida K et al, N Engl J Med 2004; 351 : 1187-1196




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