Trapianto di cornea: esiti a lungo termine
Un gruppo di Ricercatori dell’Università di Parigi in Francia, ha condotto uno studio di coorte per analizzare la sopravvivenza dell’innesto e l’esito dell’endotelio corneale dopo trapianto di cornea per predire la prognosi a lungo termine di questi innesti.
I dati sono stati registrati in maniera prospettica e poi analizzati retrospettivamente.
Sono stati utilizzati dati relativi a 1.144 occhi di 1.144 pazienti sottoposti a trapianto di cornea tra il 1992 e il 2006 con cheratoplastica penetrante e cheratoplastica lamellare anteriore profonda.
Le principali misure di esito erano i risultati degli esami con lampada a fessura e microscopio speculare a grande campo.
Le stime osservate di sopravvivenza dell’innesto a 5 e 10 anni sono state, rispettivamente, 74% e 64%.
La densità media di cellule endoteliali ( perdita cellulare ) è stata di 2.270 cellule/mm(2) prima della chirurgia, 1.058 cellule/mm(2) ( -53% ) durante i 6 anni postoperatori e 865 cellule/mm(2) ( -61% ) durante i 10 anni postoperatori.
In generale, la stima predetta di sopravvivenza dell’innesto è stata pari al 27% a 20 anni e al 2% a 30 anni.
La sopravvivenza dell’innesto, sia osservata sia predetta, è risultata più alta nei pazienti sottoposti a cheratoplastica lamellare che in quelli sottoposti a cheratoplastica penetrante e con un endotelio ricevente normale, ed è risultata più alta nei pazienti sottoposti a cheratoplastica penetrante e con un endotelio ricevente normale rispetto a quelli sottoposti alla stessa procedura ma con un endotelio ricevente compromesso.
In conclusione, per le patologie cornee che coinvolgono l’endotelio, la cheratoplastica penetrante sembra essere un buon approccio terapeutico nei pazienti anziani poichè la durata dell’innesto è comparabile con l’aspettativa di vita dei pazienti.
Di contro, per i pazienti più giovani la cheratoplastica penetrante rappresenta solo un approccio terapeutico a medio termine.
Per malattie cornee che non coinvolgono l’endotelio la cheratoplastica lamellare anteriore profonda sembra essere un approccio terapeutico promettente con una sopravvivenza attesa a lungo termine più lunga. ( Xagena_2009 )
Borderie VM et al, Ophthalmology 2009; 116: 2354-2360
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