Patritumab deruxtecan, un coniugato anticorpo-farmaco, nel tumore alla mammella avanzato HR-positivo / HER2-negativo
I dati dello studio di fase 2 ICARUS-BREAST01 hanno dimostrato un'attività clinicamente significativa con un profilo di sicurezza accettabile per Patritumab deruxtecan ( HER3-DXd ) nei pazienti con carcinoma alla mammella avanzato ormonoresponsivo ( HR+ ) / HER2-negativo.
Patritumab Deruxtecan è un coniugato anticorpo-farmaco ( ADC ), costituito da un anticorpo monoclonale anti-HER3 associato a un inibitore della topoisomerasi I tramite un linker peptidico scindibile. Questo approccio permette al farmaco di colpire selettivamente le cellule tumorali che esprimono HER3, favorendo l'internalizzazione del coniugato e il rilascio del principio attivo citotossico direttamente nella cellula malata. HER3 è espresso in diversi sottotipi di carcinoma mammario e la sua presenza è stata associata alla progressione della malattia e alla resistenza alle terapie ormonali.
Lo studio ICARUS-BREAST01 ha arruolato pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2- localmente avanzato o metastatico, già trattati con inibitori di CDK4/6, terapia endocrina e almeno una linea di chemioterapia. Il trattamento consisteva in somministrazioni di Patritumab deruxtecan alla dose di 5.6 mg/kg ogni tre settimane fino a progressione della malattia o all'insorgenza di tossicità inaccettabile.
Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato del 53.5%, con una risposta completa nel 2% dei pazienti e una risposta parziale nel 51.5%. Inoltre, il 37.4% dei pazienti ha mostrato stabilizzazione della malattia e il tasso di beneficio clinico ( CBR ) è risultato pari al 62.6%. La durata mediana della risposta ( DoR ) è stata di 8.7 mesi, mentre la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana è stata di 9.4 mesi. Inoltre, il 90% dei pazienti trattati ha mostrato una riduzione delle dimensioni tumorali.
L'analisi genomica sui campioni tumorali ha evidenziato una maggiore frequenza di alterazioni nei geni TP53, PIK3CA ed ERBB3 nei pazienti responder rispetto ai non-responder.
Le mutazioni del gene ESR1 erano più frequenti nei pazienti non-responder, indicando un possibile ruolo predittivo di questi biomarcatori nella risposta al trattamento.
Dallo studio è emerso un un profilo di sicurezza gestibile per Patritumab deruxtecan. Eventi avversi correlati al trattamento si sono verificati nel 98% dei pazienti, con il 50.1% di grado 3 o superiore. Gli eventi più comuni sono stati: affaticamento (82.8%), nausea (74.7%), diarrea (52.5%) e alopecia (40.4%). Inoltre, sono stati segnalati 13 casi di malattia polmonare interstiziale, di cui 7 correlati al farmaco, portando a interruzione del trattamento in 2 pazienti.
Circa un terzo dei pazienti ha necessitato di modifiche del dosaggio a causa di eventi avversi, e l'11.1% ha dovuto sospendere il trattamento. Tuttavia, un solo caso di versamento pleurico fatale è stato riportato, senza una chiara correlazione con la terapia in studio. ( Xagena_2025 )
Fonte: 42nd Annual Miami Breast Cancer Conference, 2025
XagenaMedicina_2025