Stadiazione chirurgica del carcinoma uterino con laparoscopia o laparotomia: recidiva e sopravvivenza


È stato condotto uno studio con l’obiettivo primario di stabilire la non-inferiorità della laparoscopia rispetto alla laparotomia per ricorrenza dopo la stadiazione chirurgica del carcinoma uterino.

Le pazienti con malattia di stadio clinico da I a IIA sono state assegnate in maniera casuale a laparoscopia ( n=1696 ) versus laparotomia ( n=920 ) per isterectomia, salpingo-ooforectomia, citologia pelvica e linfoadenectomia pelvica e para-aortica.

L’end point primario dello studio era la non-inferiorità dell’intervallo libero da recidiva, definito come un aumento non superiore al 40% nel rischio di ricorrenza con laparoscopia rispetto a laparotomia.

Con un tempo di follow-up mediano di 59 mesi per 2.181 pazienti ancora vive, sono state osservate 309 ricorrenze ( 210 con laparoscopia; 99 con laparotomia ) e 350 decessi ( 229 con laparoscopia e 121 con laparotomia ).

L’hazard ratio stimato per laparoscopia, rispetto a laparotomia, è stato 1.14, inferiore alla definizione di non-inferiorità specificata dal protocollo.

Tuttavia, i tassi di ricorrenza sono risultati sostanzialmente più bassi di quelli anticipati, portando a un tasso stimato di ricorrenza a 3 anni di 11.4% con laparoscopia e 10.2% con laparotomia, o a una differenza di 1.14%.

La sopravvivenza stimata a 5 anni è risultata quasi identica in entrambi i bracci a 89.8%.

In conclusione, questo studio ha precedentemente riportato che la gestione laparoscopica del tumore dello utero è superiore per gli endpoint di sicurezza a breve termine e di durata di permanenza in ospedale.
Il potenziale aumento del rischio di ricorrenza del tumore con laparoscopia versus laparotomia è stato quantificato ed è risultato piccolo. ( Xagena_2012 )

Walker JL et al, J Clin Oncol. 2012; 30: 695-700

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