Tumore ovarico avanzato: la chemioterapia neoadiuvante riduce la mortalità


Ricercatori della Yale University School of Medicine hanno confrontato la sopravvivenza e la morbidità perioperatoria delle pazienti con carcinoma ovarico epiteliale avanzato ( stadio IIIC e IV ), sottoposte a chirurgia debulking primaria, seguita da chemioterapia adiuvante a base di Platino, oppure da chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia citoriduttiva.

Sono stati esaminati in modo retrospettivo 172 pazienti con tumore ovarico epiteliale, avanzato, diagnosticato tra il 1998 ed il 2005.

Un totale di 109 pazienti è stato sottoposto a chirurgia debulking e 63 a chirurgia citoriduttiva ( 37 hanno ricevuto Carboplatino / Paclitaxel, 26 Carboplatino / Ciclofosfamide ).

Le pazienti sottoposte a chirurgia citoriduttiva hanno presentato una minore perdita di sangue nel corso dell’operazione, un minor tempo operatorio, un minor numero di trasfusioni ed una più breve permanenza in ospedale.

La citoriduzione ottimale è stata ottenuta nel 95% delle pazienti del gruppo chirurgia citoriduttiva contro il 71% delle donne sottoposte a chirurgia debulking ( p<0,001 ).

Tre pazienti del gruppo chirurgia citoriduttiva ( 5% ) contro 27 pazienti nel gruppo chirurgia debulking ( 25% ) hanno richiesto terapia aggressiva, oltre alla citoriduzione standard.

Nel gruppo chirurgia citoriduttiva, la sopravvivenza generale è migliorata nelle pazienti che hanno ricevuto Carboplatino / Paclitaxel rispetto a quelle trattate con Carboplatino / Ciclofosfamide ( 83 versus 26 mesi; p=0,008 ).

Le pazienti con malattia extraddominale, che hanno ricevuto Carboplatino / Paclitaxel e sono state sottoposte a chirurgia citoriduttiva, hanno presentato un miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione e nella sopravvivenza totale, quando messe a confronto le pazienti con malattia di stadio IV ( 15 versus 9 mesi; p=0,015; 31 versus 20 mesi; p=0,032 rispettivamente ).

Lo studio ha dimostrato che la chirurgia citoriduttiva è associata ad una minore morbidità perioperatoria, e ad una minore necessità di ulteriore terapia aggressiva.
Nelle pazienti con malattia extraddominale, la chirurgia citoriduttiva è associata ad un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza generale.

La terapia con Platino e taxano dovrebbe essere il trattamento di scelta in associazione alla chirurgia citoriduttiva. ( Xagena_2007 )

Hon J Y et al, Gynecol Oncol 2007; 105: 211-217



Link: MedicinaNews.it