Vagifem non dovrebbe essere impiegato dalle donne in postmenopausa trattate con inibitori dell’aromatasi


L’uso degli inibitori dell’aromatasi è in continuo aumento nelle prime fasi del tumore mammario.

Gli effetti indesiderati a livello urogenitale degli inibitori dell’aromatasi, dovuti a vaginite atrofica, richiedono spesso preparati vaginali a base di estrogeno.
Questo comporta un minimo assorbimento sistemico di estrogeni.

Ricercatori del Royal Marsden Foundation NHS Trust di Londra ( Gran Bretagna ) hanno analizzato i campioni plasmatici per l’estradiolo, FSH ( ormone follicolo-stimolante ) e LH ( ormone luteinizzante ) dal basale e fino a 12 settimane dall’inizio dell’applicazione vaginale dell’estradiolo.

I livelli plasmatici di estradiolo sono aumentati dai livelli basali, medi, inferiori o uguali a 5pmol/l a 72 pmol/l a 2 settimane.
Entro 4 settimane i livelli sono diminuiti ad un valore inferiore a 35pmol/l nella maggioranza delle pazienti ( mediana: 16pmol/l ), sebbene ulteriori aumenti siano stati osservati in 2 donne.

I dati dello studio hanno evidenziato che la compressa vaginale di Estradiolo ( Vagifem ) aumenta in modo significativo i livelli sistemici di estradiolo, almeno nel breve periodo.

Vagifem è in grado di revertire la soppressione di estradiolo prodotta dagli inibitori dell’aromatasi nelle donne con tumore mammario. ( Xagena_2006 )

Kendall A et al, Ann Oncol 2006; 17: 584-587






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