Cancro polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso in fase avanzata: Nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario, versus Docetaxel, un chemioterapico


Nivolumab ( Opdivo ), un anticorpo IgG4 completamente umanizzato che inibisce il checkpoint immunitario PD-1, può ristabilire l'immunità anti-tumorale.

In uno studio di fase III, i pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) non-squamoso, in progressione durante o dopo chemioterapia contenente Platino, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Nivolumab al dosaggio di 3 mg/kg di peso corporeo ogni 2 settimane oppure Docetaxel alla dose di 75 mg/m2 di superficie corporea ogni 3 settimane.

Endpoint primario era la sopravvivenza globale.

E' stata riscontrata una sopravvivenza globale più lunga con Nivolumab, rispetto a Docetaxel: la sopravvivenza globale mediana è stata di 12.2 mesi ( intervallo di confidenza [ IC ] 95%: 9.7-15.0 ) nei 292 pazienti del gruppo Nivolumab e 9.4 mesi ( IC 95%: 8.1-10.7 ) nei 290 pazienti trattati con Docetaxel ( hazard ratio di morte, HR=0.73, IC 96%: 0.59 - 0.89; p = 0.002 ).

Dopo un anno, il tasso di sopravvivenza globale è risultato pari al 51% ( IC 95%: 45-56 ) con Nivolumab versus 39% ( IC 95%: 33-45 ) con Docetaxel.

A 18 mesi, il tasso di sopravvivenza globale è risultato pari al 39% ( IC 95%: 34-45 ) con Nivolumab versus 23% ( IC 95%: 19-28 ) con Docetaxel.

Il tasso di risposta è stato del 19% con Nivolumab versus 12% con Docetaxel ( p=0.02 ).

Sebbene la sopravvivenza libera da progressione non abbia favorito Nivolumab rispetto a Docetaxel ( rispettivamente, 2.3 e 4.2 mesi, valori mediani ), il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è risultato più alto con Nivolumab che con Docetaxel (rispettivamente 19% vs 8% ).

Nivolumab era associato a una maggiore efficacia rispetto a Docetaxel in tutti gli endpoint nei sottogruppi definiti secondo i livelli pre-specificati di espressione sulla membrana tumorale ( maggiore o uguale a 1%, maggiore o uguale a 5% e maggiore o uguale a 10% ) del ligando PD-L1.

Le reazioni avverse di grado 3 o 4 correlate al trattamento sono state descritte nel 10% dei pazienti nel gruppo con Nivolumab, rispetto al 54% di quelli trattati con Docetaxel.

In conclusione, tra i pazienti con tumore NSCLC non-squamoso in stadio avanzato, in progressione durante o dopo chemioterapia contenente Platino, la sopravvivenza globale è risultata più lunga con Nivolumab che con Docetaxel. ( Xagena_2015 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2015

Xagena_Medicina_2015