Carcinoma uroteliale: Pembrolizumab migliora la sopravvivenza


L’efficacia di Pembrolizumab ( Keytruda ) nel trattamento del carcinoma uroteliale è stata dimostrata dai risultati aggiornati di KEYNOTE-045 e KEYNOTE-052, due studi sperimentali, in pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico.

Questi dati, che comprendono i risultati aggiornati di sopravvivenza e le analisi dei biomarcatori, dimostrano ulteriormente il potenziale di Pembrolizumab come terapia di seconda linea in pazienti dopo fallimento del trattamento contenente Platino e in prima linea in pazienti non-eleggibili alla terapia contenente Cisplatino.
In particolare, nel trattamento di seconda linea, Pembrolizumab ha migliorato la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia, con 10.3 mesi versus 7.4 mesi, e in prima linea, il farmaco ha fatto registrare un ORR ( tasso di risposta globale ) del 29%.

I risultati sono stati presentati al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) a Chicago.

con pembrolizumab, farmaco appartenente alla classe anti-PD-1 Il prolungarsi dell’efficacia e la stabilità del profilo di sicurezza con Pembrolizumab, osservate nel trattamento dei tumori uroteliali della vescica, sono notevoli e rafforzano il suo ruolo come nuovo standard di cura.

L'Agenzia regolatoria statunitense ( FDA ) ha approvato Pembrolizumab per il trattamento del carcinoma uroteliale metastatico dopo fallimento della chemioterapia contente Platino, sulla base dei risultati di KEYNOTE-045, e per il trattamento in prima linea di pazienti che, per particolari condizioni cliniche, non possono essere sottoposti a chemioterapia con Cisplatino ( KEYNOTE-052 ).

Negli ultimi 30 anni, nonostante gli sforzi della ricerca, nessuna terapia farmacologica era riuscita a migliorare la prognosi di questi pazienti.
Pembrolizumab è la prima molecola immunoterapica che ha mostrato in uno studio di fase III ( KEYNOTE-045 ) un vantaggio nella sopravvivenza statisticamente significativo in pazienti pretrattati con Platino.

A fronte di questo vantaggio nella sopravvivenza, è stato dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella qualità di vita dei pazienti trattati con Pembrolizumab rispetto alla chemioterapia.

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale, umanizzato, che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2. Legandosi al recettore PD-1 e bloccando l’interazione con i ligandi del recettore, Pembrolizumab rilascia l’inibizione mediata dal pathway di PD-1 della risposta immunitaria, compresa la risposta immunitaria antitumorale. ( Xagena_2017 )

Fonte: MSD, 2017

Xagena_Medicina_2017