Malattia minima disseminata nel linfoma di Burkitt e impatto sulla prognosi
È stato condotto uno studio per valutare la malattia minima disseminata nei bambini con linfoma di Burkitt e per determinarne l’impatto sulla prognosi.
È stato utilizzato un saggio semplificato di PCR a lunga distanza ( LD-PCR ) capace di amplificare sequenze di DNA da 15 a 20 Kb, rendendo possibile l’identificazione della traslocazione t(8;14) a livello genomico con una sensibilità di 10(-4).
Sono stati studiati in modo prospettico le biopsie diagnostiche e gli aspirati di midollo osseo da 134 pazienti con linfoma di Burkitt.
In 96 ( 72% ) delle 134 biopsie di linfoma di Burkitt è stato identificato uno specifico prodotto di LD-PCR.
Degli 84 pazienti con positività per t(8;14) nella biopsia del tumore e nel midollo osseo, 26 ( 31% ) hanno mostrato midollo osseo positivo per LD-PCR e 15 ( 18% ) sono risultati positivi all’analisi morfologica standard.
Venti ( 85% ) dei 26 pazienti positivi per malattia minima disseminata sono risultati appartenenti al gruppo di rischio R4, in accordo con la definizione Berlino-Francoforte-Monaco.
La sopravvivenza libera da progressione a 3 anni è stata del 68% nei pazienti positivi per la malattia minima disseminata nel gruppo R4 rispetto al 93% (nei pazienti negativi per malattia minima disseminata nello stesso gruppo di rischio ( P=0.03 ).
Con analisi multivariata ( che includeva malattia minima disseminata, sesso, lattato deidrogenasi, coinvolgimento del sistema nervoso centrale ), solo la malattia minima disseminata è risultata predittiva di un più elevato rischio di fallimento ( hazard ratio, HR=4.7; P=0.04 ).
In conclusione, la malattia minima disseminata permette di identificare un sottogruppo con prognosi non favorevole tra i bambini con linfoma di Burkitt ad alto rischio.
Per migliorare il controllo della malattia in questi pazienti, dovrebbe essere presa in considerazione una terapia adattata al rischio più efficace, che includa anticorpi monoclonali anti-CD20. ( Xagena_2011 )
Mussolin L et al, J Clin Oncol. 2011; 29: 1779-1784
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