Tumore del polmone: chemioterapia neoadiuvante con "nuovi farmaci"

A cura di Gianfranco Buccheri, Pneumologia, Osp. di Cuneo


I farmaci quali, gemcitabina, taxani, vinorelbina, irinotecan, topotecan, etc.., sono ormai considerati acquisiti, attivi sia nel microcitoma che nel non microcitoma, capaci di superare in molti casi la barriera ematoencefalica (Abstracts no. 4, 8) e di sostituire farmaci classici, fino a ieri considerati insostituibili, come il cisplatino (Abstracts no. 14,50,103,115,181). La chemioterapia neo-adjuvante con i "nuovi farmaci" è sempre più spesso utilizzata nella preparazione all'intervento chirurgico (Abstract no. 35). Molti gruppi cooperativi internazionali stanno, anzi, valutando se non sia il caso di somministrarla anche ai pazienti già perfettamente operabili alla diagnosi [fra questi, il South West Oncology Group, studio SWOG 9901; il Lung Cancer Group del MRC, studio LU 22; un gruppo francese (Abstract no. 296), uno spagnolo e due italiani, uno dei quali diretto da Bologna dal Prof. L. Crinò]. La chemioterapia con i "nuovi farmaci" viene sempre più spesso utilizzata come chemioterapia di seconda linea, dopo il fallimento di un primitivo trattamento chemioterapico standard, ed è, di solito, effettuata con agente singolo. (Abstract no. 15, 67, 97, 101, 104, 152, 190, 193, 202, 240, 242, 244). Allo stesso modo, essa viene impiegata sempre più frequentemente in pazienti ultrasettantenni (Abstract no. 100,111,184,185,203).
(Xagena 2000)