Sopravvivenza a carcinoma renale metastatico trattato con terapia contro VEGF
L’introduzione delle terapie mirate negli ultimi 7 anni ha prolungato la sopravvivenza mediana per il carcinoma renale metastatico.
Questo miglioramento nell’esito clinico ha generato la necessità di nuove e più accurate misurazioni prognostiche.
È stato valutato l’uso della sopravvivenza condizionale, una misura che prende in considerazione il tempo trascorso dall'inizio del trattamento, per valutare la prognosi dei pazienti con tumore metastastico del rene, trattati con terapie mirate anti-VEGF di prima linea.
Sono stati ottenuti dati di pazienti con carcinoma renale metastatico, sottoposti a terapia di prima linea mirata contro il fattore VEGF nel periodo 2003-2010, dall'International mRCC Database Consortium, ampio database multi-istituzionale con dati di Centri in Canada, Stati Uniti, Singapore, Danimarca e Corea del Sud.
L’esito primario era la sopravvivenza condizionale a 2 anni, definita come la probabilità di sopravvivere altri 2 anni da un preciso momento dall’inizio della terapia mirata.
Le analisi secondarie includevano la sopravvivenza condizionale a 1 anno e a 3 anni, con stratificazione dei pazienti secondo i criteri prognostici di rischio di Heng e il punteggio di performance di Karnofsky, e la sopravvivenza condizionale basata sulla durata della terapia.
Nei 1.673 pazienti analizzati, il follow-up mediano per i pazienti vivi è stato di 20.1 mesi.
È stato registrato un incremento nella probabilità di sopravvivenza condizionale a 2 anni da 44% a 0 mesi fino al 51% a 18 mesi dall’inizio della terapia mirata.
Dopo stratificazione secondo i criteri di rischio prognostico di Heng definiti all’inizio della terapia, la sopravvivenza condizionale a 2 anni è cambiata poco nei gruppi a prognosi favorevole e intermedia, ma nel gruppo a rischio sfavorevole, la sopravvivenza a 2 anni è migliorata da 11% a 0 mesi fino al 33% dopo 18 mesi.
Quando condizionata dalla durata della terapia mirata da 0 a 18 mesi, la sopravvivenza condizionale a 2 anni è migliorata dal 44% al 68% nella popolazione globale, e dal 74% al 90% nel gruppo a prognosi favorevole, dal 49% al 57% nel gruppo a rischio intermedio e dall'11% al 73% nel gruppo a rischio sfavorevole.
In conclusione, la sopravvivenza condizionale è una misura di predizione clinicamente utile che permette di aggiustare la prognosi nei pazienti con carcinoma renale metastatico sulla base della sopravvivenza dall'inizio del trattamento o della durata della terapia.
La sopravvivenza condizionale potrebbe risultare particolarmente rilevante per aggiustare la prognosi nei pazienti a rischio sfavorevole. ( Xagena_2012 )
Harshman LC et al, Lancet Oncol 2012; 13: 927-935
Link: OncologiaMedica.net
Link: MedicinaNews.it
Nefro2012 Onco2012