Melanoma: il 58% dei pazienti sottoposti a immunoterapia oncologica è vivo a 3 anni


Grazie alla combinazione di due molecole immunologiche, Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ), il 58% dei pazienti affetto da melanoma è vivo a 3 anni, aprendo così la strada alla possibilità di cronicizzare la malattia in più della metà dei casi.
Lo studio CheckMate -238 ha dimostrato che il trattamento precoce con immunoterapici può determinare benefici a lungo termine nei pazienti colpiti da questo tumore della pelle.

Il trattamento con Nivolumab ha evidenziato una riduzione del rischio di progressione della malattia del 35% rispetto a Ipilimumab, la prima molecola immuno-oncologica approvata.

Dallo studio CheckMate -238, che ha arruolato 906 pazienti ( l'Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli ha contribuito con 30 arruolamenti ), tutti con malattia in stadio IIIb/c o VI dopo resezione chirurgica completa, sono emerse nuove prospettive nella terapia adiuvante del melanoma, finalizzata a ridurre il rischio di recidiva.
I tassi di sopravvivenza libera da recidiva a 18 mesi nei gruppi trattati con Nivolumab e Ipilimumab sono risultati, rispettivamente, pari al 66.4% e al 52.7%.
Nivolumab ha raggiunto questi risultati indipendentemente dallo stato mutazionale del tumore.

In un altro studio, in cui sono state coinvolte più di 200 persone affette da diversi tipi di tumori solidi, l'Istituto oncologico Pascale ha contribuito a 39 dei 68 pazienti con melanoma, diventando così il Centro con la maggiore esperienza al mondo su questo tipo di malati.
Il 46% di questo sottogruppo ( cioè 31 su 68 ) era in condizioni cliniche molto difficili, perché costituito da persone che avevano evidenziato una progressione della malattia dopo una precedente terapia immuno-oncologica anti-PD-1.
La combinazione di Nivolumab con Relatlimab, una nuova molecola immuno-oncologica inibitore del checkpoint immunitario LAG-3, ha permesso di ottenere un tasso di risposte complete pari all’11.5%.
Rilevante il ruolo di LAG-3: i pazienti che esprimono questo recettore nel tessuto tumorale presentano risposte decisamente migliori. In particolare il tasso di risposte obiettive in questi malati è stato del 18%.

Infine, lo studio CheckMate -067, con 945 persone coinvolte, ha confermato l’efficacia della combinazione Nivolumab e Ipilimumab. Il 58% dei pazienti trattati con la combinazione è vivo a tre anni; è un dato senza precedenti che rende concreta la possibilità di cronicizzare il melanoma in più della metà dei casi.
Inoltre a tre anni il 59% dei pazienti trattati con la combinazione era libero dalla necessità di ulteriori terapie. ( Xagena_2017 )

Fonte: Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli, 2017

Xagena_Medicina_2017