Studio COSMIC-021: risultati promettenti con la combinazione Atezolizumab e Cabozantinib nel carcinoma uroteliale pretrattato


Dallo studio COSMIC-021 sono emersi dati incoraggianti per la combinazione dell'inibitore multi-chinasico Cabozantinib ( Cabometyx ) e dell’anti-PD-L1 Atezolizumab ( Tecentriq ) riguardo alla risposta obiettiva nei pazienti con carcinoma uroteliale recidivante dopo una chemioterapia a base di Platino.

Il 90% delle diagnosi di carcinoma uroteliale si verifica nei pazienti al di sopra dei 55 anni. Il tumore rappresenta la quarta causa più comune di neoplasia negli uomini, ed è responsabile del 4.5% di tutti i nuovi casi di tumore negli Stati Uniti ogni anno.

COSMIC-021 è uno studio multicentrico di fase 1b che ha reclutato oltre 750 pazienti e ha valutato questa combinazione in vari tumori solidi.
Lo studio si articola in due parti: una fase di dose-escalation e una fase di espansione della coorte.
La prima fase ha permesso di determinare la dose ottimale di Cabozantinib, fissata in 40 mg al giorno se somministrata in combinazione con 1200 mg di Atezolizumab ogni 3 settimane.
Nella fase successiva sono state identificate 24 coorti relative a 12 tipi di tumore: carcinoma uroteliale, carcinoma a cellule renali, carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, cancro alla prostata resistente alla castrazione, carcinoma epatocellulare, cancro del seno triplo-negativo, tumore ovarico epiteliale, tumore dell’endometrio, adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastro-esofagea, tumore del colon-retto, tumore del distretto testa-collo e tumore della tiroide differenziato.

I criteri di inclusione per la coorte relativa al carcinoma uroteliale prevedevano una diagnosi di tumore localmente avanzato inoperabile, metastatico o malattia recidivante che aveva progredito durante o dopo un trattamento con una chemioterapia a base di Platino. Inoltre, i pazienti dovevano avere un valore di performance status ECOG pari a 0 o 1.

Sono stati presentati i risultati relativi a una coorte di pazienti con carcinoma uroteliale composta da 30 pazienti.
Con una mediana di follow up di 19.7 mesi, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato del 27%; in 2 casi ( 6.7% ) è stata osservata una risposta completa, in 6 ( 20% ) una risposta parziale.
Il tasso di controllo della malattia è risultato del 63%, e 16 pazienti ( 53% ) non hanno mostrato alcuna riduzione nella dimensione delle lesioni bersaglio.
La durata mediana della risposta non è stata raggiunta; la durata della risposta più lunga, ancora in corso, è di 15.6 mesi, mentre il tempo mediano di risposta è stato di 3 mesi ( range: 1-6 ).
Sono stati riportati 22 eventi correlati alla progressione della malattia o a decesso, il cui valore mediano è risultato pari a 5.4 mesi ( IC al 95%: 1.5-7.6 ).
Questi risultati preliminari non suggeriscono la presenza di una associazione tra l'espressione di PD-L1 e la risposta tumorale.

Tutti i pazienti arruolati nella coorte sono stati inclusi nell'analisi sulla sicurezza. Il 90% dei pazienti ha sviluppato un evento avverso correlato al trattamento.
I più comuni effetti indesiderati di grado 1 o 2 sono stati: astenia ( 37% ), diarrea ( 27% ), diminuzione dell'appetito ( 23% ), aumento delle transaminasi ( 23% ) e mucosite ( 20% ).
Nel 56% dei casi, ossia in 17 pazienti, è stato riscontrato un evento avverso correlato al trattamento di grado 3 o superiore; i più frequenti sono stati embolia polmonare ( 13% ) e astenia ( 6.7% ).
Nessun altro evento avverso legato al trattamento di grado ¾ si è verificato in più di un paziente. ( Xagena_2020 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2020

Xagena_Medicina_2020