Novartis: ricerca clinica in oncologia presentata ad ASCO 2009
Nel corso del Meeting dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) 2009, Novartis ha presentato dati su più di 15 farmaci sperimentali.
La pipeline di Novartis Oncology è composta da 18 nuove molecole studiate in più di 40 differenti tipi di tumore in circa 15.000 pazienti.
Carcinoma epatico avanzato
Uno studio ha mostrato che il 61% dei pazienti affetti da carcinoma epatocellulare in fase avanzata, trattati giornalmente con Everolimus ( Afinitor ) compresse, ha presentato una stabilizzazione della malattia tumorale o una riduzione della dimensione del tumore.
Lo studio è stato condotto a Taiwan e ha riguardato 36 pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato, con progressione nonostante diverse terapie, oppure non più candidati a terapie locali come chirurgia, ablazione percutanea o transcatetere, chemioembolizzazione arteriosa.
Dei 31 pazienti valutabili, 16 avevano ricevuto Everolimus.
Gli eventi avversi di grado 3 e 4 riportati nello studio comprendevano: elevati livelli di bilirubina, riduzione della conta piastrina, diarrea, sanguinamenti, ischemia cardiaca, elevati livelli agli enzimi epatici, infezioni.
In 4 pazienti è stata osservata riattivazione del virus dell’epatite B, e in un paziente riattivazione del virus dell’epatite C.
Carcinoma mammario
Il decadimento cognitivo è un evento avverso associato alle terapie ormonali nelle pazienti con tumore alla mammella.
In un sottostudio, condotto entro un sottogruppo di pazienti arruolati nello studio BIG 1-98, ha trovato che le donne in postmenopausa con tumore mammario ER+, in fase precoce, trattate con Letrozolo ( Femara ), presentavano una migliore funzione cognitiva, rispetto alle donne trattate con Tamoxifene ( Nolvadex ), al quinto anno di trattamento endocrino ( differenza nei punteggi medi compositi = 0,23; p= 0,04).
Melanoma
Uno studio ha mostrato favorevoli risultati di Imatinib ( Glivec ) nel trattamento di pazienti con melanoma in fase avanzata e portatori delle mutazioni KIT.
Il trattamento con Imatinib ha prodotto risposta parziale in 3 pazienti su 5, o stabilizzazione della malattia in 2 pazienti su 5.
Un altro studio ha mostrato che il 72% dei pazienti ( 20 su 28 ) con melanoma in fase avanzata, trattati con Everolimus in associazione a Bevacizumab ( Avastin ) avevano presentato benefici ( risposta parziale nel 4% e stabilizzazione della malattia nel 68%).
Un paziente ha dovuto interrompere lo studio a causa di polmonite interstiziale, reversibile e un paziente è morto per infarto miocardico, probabilmente causato da Bevacizumab. Mucosite di grado 3 si è presentata nel 13% dei pazienti e l’incidenza di alta tossicità di grado 3 è stata inferiore del 10%.
Tumori neuroendocrini del midgut
I dati dello studio PROMID hanno mostrato che Octreotide ( Sandostatin LAR ) presenta un significativo effetto antitumorale nei pazienti con tumori neuroendocrini metastatici del midgut ( duodeno, digiuno-ileo, appendicite, colon destro ).
L’Octreotide, rispetto al placebo, ha quasi raddoppiato il tempo senza crescita tumorale ( 15,6 mesi versus 5,9 mesi ) e ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 67% ( hazard ratio, HR= 0,33; p= 0,000017 ).
Il beneficio è stato osservato nei pazienti con tumori secernenti ( es. tumori che sono associati a sindrome carcinoide dovuta alla secrezione di ormoni che causano i sintomi come diarrea o flushing ) e tumori non-secernenti.
Tra i pazienti con tumori non-secernenti, il tempo alla progressione del tumore nel gruppo Octreotide è stato di 27,14 mesi contro 7,21 mesi nel gruppo placebo ( p= 0,0008 ). ( Xagena_2009 )
Fonte: Novartis, 2009
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