Carcinoma alla prostata metastatico: l'aggiunta di Aflibercept a Docetaxel non migliora l'efficacia e peggiora la tollerabilità
Lo studio VENICE ha mostrato che l'aggiunta dell’inibitore di VEGF Aflibercept ( Zaltrap ) a Docetaxel ( Taxotere ) e Prednisone come prima linea non migliora la sopravvivenza e neppure gli altri outcome negli uomini che hanno un carcinoma alla prostata ormono-resistente già in fase metastatica.
La sopravvivenza globale mediana ( endpoint primario ) è stata di 22.1 mesi nel gruppo trattato con Aflibercept più Docetaxel e Predinsone contro 21.2 mesi nel gruppo di controllo, trattato con Docetaxel, Predinsone e placebo ( hazard ratio stratificato, HR=0.94 ; IC al 95% 0.82-1.08; P = 0.382 ).
Lo studio ha coinvolto 1.209 uomini con carcinoma alla prostata in fase avanzata resistente alla castrazione chimica, con un età media di 68 anni, un ECOG performance status iniziale pari a 0 o 1 nel 96% dei casi, un’adeguata funzione d’organo e naïve alla terapia citotossica.
I pazienti sono stati trattati in un rapporto 1:1 con Aflibercept 6 mg/kg oppure con placebo per via endovenosa ogni 3 settimane, in entrambi i casi in aggiunta a Docetaxel 75 mg/m2 ( per via endovenosa ogni 3 settimane ) e Prednisone 5 mg bid ( due volte al giorno ).
Oltre a non prolungare la sopravvivenza globale, l’aggiunta di Aflibercept si è dimostrata deludente anche sugli endpoint secondari.
La sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana ha mostrato una differenza esigua, e non significativa, tra i due gruppi di trattamento: 6.9 mesi nel gruppo Aflibercept contro 6.2 mesi nel gruppo di controllo ( HR stratificato 0.94; IC al 95% 0.84-1.06; P = 0.31 ).
Il tempo mediano di comparsa degli eventi scheletrici è stato rispettivamente di 15.3 mesi e 15 mesi ( HR stratificato 0.94; IC al 95% 0.83-1.06; P = 0.31 ).
La percentuale di risposta biochimica è stata del 68.6% nel gruppo Aflibercept versus 63.5% nel gruppo placebo ( HR stratificato 0.075 ), mentre quella di risposta tumorale rispettivamente del 38.4% versus 28.1%.
Inoltre, l’aggiunta di Aflibercept ha peggiorato la tollerabilità della terapia. La frequenza degli eventi avversi di grado 3-4 è stata del 76.9% nel gruppo trattato con l’anti-VEGF contro 48.5% nel gruppo di controllo, mentre quella degli eventi avversi che hanno portato a una interruzione del trattamento è stata rispettivamente del 43.9% versus 20.9%. ( Xagena_2013 )
Fonte: Genitourinary Cancers Symposium ( ASCO-GU ), 2013
Xagena_Medicina_2013