Cancro al polmone non-a-piccole cellule con mutazione in EGFR: Amivantamab e Lazertinib - Analisi ad interim dello studio CHRYSALIS


Sono stati presentati i risultati ad interim dello studio CHRYSALIS, che ha valutato Amivantamab, un anticorpo umano bispecifico per le mutazioni EGFR, in combinazione con Lazertinib, un inibitore tirosin-chinasico di EGFR di terza generazione nel trattamento dei pazienti con cancro polmonare non-a-piccole cellule EGFR mutato con delezione dell’esone 19 o mutazione L858R.

Gli endpoint dello studio CHRYSALIS erano il tasso di risposta globale secondo i criteri RECIST v1.1, il tasso di beneficio clinico, la durata della risposta e il profilo di sicurezza di Amivantamab e Lazertinib in 91 pazienti trattati con la combinazione secondo un protocollo un incremento graduale della dose e ampliamento delle coorti.

La delezione dell’esone 19 e la mutazione L858R sono comuni e rappresentano l’85% di tutte le mutazioni EGFR nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule.
Nello studio CHRYSALIS, i pazienti con cancro NSCLC EGFR-mutato con delezione dell’esone 19 o mutazione L858R, hanno ricevuto la combinazione di Amivantamab per via endovenosa e Lazertinib per via orale.
Lo studio ha arruolato 26 pazienti con un incremento progressivo della dose e ha identificato una dose della combinazione uguale a quella di entrambi i prodotti in monoterapia.
In aggiunta, sono stati arruolati 20 pazienti con cancro NSCLC EGFR-mutato naïve-al-trattamento, per valutare ulteriormente la sicurezza, l’efficacia e la tollerabilità come terapia di prima linea, e 45 pazienti naïve-alla-chemioterapia che avevano presentato una recidiva con Osimertinib, per esaminare la sicurezza e l’efficacia nei casi di resistenza alla terapia.

E' stato riscontrato un tasso di risposta obiettiva del 100% nel gruppo dei 20 pazienti naïve-al-trattamento, che hanno ricevuto la combinazione di Amivantamab e Lazertinib.
Il follow-up mediano e la durata del trattamento era di 7 mesi al momento del cut-off dei dati.

Nel gruppo dei 45 pazienti naïve-alla-chemioterapia che avevano avuto una recidiva con Osimertinib, la somministrazione della combinazione ha mostrato un ORR del 36%, con 1 risposta completa e 15 risposte parziali.
Per questi pazienti il tasso di beneficio clinico è stato del 60%.

Per i 91 pazienti trattati, la maggior parte degli eventi avversi correlati al trattamento è stata di grado 1-2, mentre quelli di grado 3 o superiore si sono presentati con una bassa frequenza e comprendevano eruzione cutanea, ipoalbuminemia, aumento della gamma glutamil-transferasi [ GGT ], iponatriemia, paronichia e malattia polmonare interstiziale.
Nel 6% dei casi si sono registrati eventi avversi che hanno portato all’interruzione del trattamento.
La reazione correlata all’infusione si è verificata prevalentemente alla prima infusione e non ha influito sul dosaggio della successiva.

Il cancro al polmone rappresenta una delle più importanti cause di morte per cause tumorali in Europa, con uno dei più bassi tassi di sopravvivenza a 5 anni per i pazienti oncologici. ( Xagena Medicina )

Fonte: European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Virtual Congress, 2020

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