Interrotto uno studio sul tumore al rene: la combinazione di due immunoterapici, Nivolumab e Ipilimumab, ha raggiunto l’obiettivo clinico prima del previsto
Uno studio, volto a valutare l'efficacia di due farmaci immunoterapici utilizzati per la cura del carcinoma renale, è stato interrotto prima del tempo previsto perché la sopravvivenza globale è migliorata in modo inatteso.
I risultati sono stati presentati al Meeting dell' ESMO ( European Society of Medical Oncology ).
Le due molecole immunoterapiche, Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ) sono state valutate nel carcinoma renale in stadio avanzato.
Nessuno dei pazienti era stato trattato prima con altri farmaci.
Nivolumab è un inibitore di PD-1, un recettore associato al silenziamento del sistema immunitario nei confronti delle cellule tumorali. Nivolumab blocca il recettore impedendogli di disattivare le cellule immunitarie. In questo modo aumenta la capacità del sistema immunitario di uccidere le cellule tumorali.
Ipilimumab si lega a CTLA-4; questo legame impedisce l'interazione tra CTLA-4 e i suoi ligandi, quindi blocca la segnalazione inibitoria sui linfociti T citotossici. Questi possono pertanto liberamente proliferare ed infiltrare i tumori dove possono aggredire in gran numero le cellule tumorali.
Dallo studio presentato all'ESMO la combinazione dei due immunoterapici Nivolumab e Ipilimumab ha portato a una drastica riduzione del rischio di mortalità di quasi il 37%.
I ricercatori hanno confrontato l'efficacia di Nivolumab e Ipilimumab rispetto a Sunitinib.
Ogni paziente ha ricevuto Nivolumab alla dose di 3 mg per chilo corporeo e Ipilimumab alla dose di 1 mg/kg ogni tre settimane per un totale di quattro dosi. Il Nivolumab è stato somministrato per due settimane.
A un altro gruppo di persone è stato invece somministrato Sunitinib alla dose di 50 mg una volta al giorno per 4 settimane consecutive seguite da 2 settimane di riposo in modo da effettuare un ciclo completo di 6 settimane.
Gli endpoint, ovvero gli obiettivi che dovevano raggiungere i ricercatori, erano tre: la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), il tasso di sopravvivenza globale ( OS ) e la risposta obiettiva ( ORR ).
La combinazione Nivolumab e Ipilimumab ha dimostrato una efficacia nettamente maggiore rispetto a Sunitinib con una risposta obiettiva del 41.6% contro il 26.5%.
La sopravvivenza libera da progressione è migliorata del 18% con Nivolumab e Ipilimumab, ma non ha raggiunto la soglia di significatività statistica rispetto a Sunitinib.
Il carcinoma a cellule renali è un tipo di tumore che si forma a livello renale, generalmente negli individui adulti. Si stima che sia la causa di almeno centomila morti al mondo.
Il tumore definito a cellule chiare è diffuso in maggior misura e sembra riguardare circa il 90% dei casi totali. Si presenta più comunemente negli individui di sesso maschile con un tasso di sopravvivenza a 5 anni, in caso di tumore metastatico, del 12%. ( Xagena_2017 )
Fonte: BMS, 2017
Xagena_Medicina_2017