Afatinib nel carcinoma del polmone a cellule squamose in fase avanzata


Afatinib ( Giotrif ) è un inibitore irreversibile del recettore tirosin-chinasi che determina un blocco sostenuto, selettivo e completo di tutta la famiglia ErbB.
Afatinib ha prodotto miglioramenti nei pazienti con carcinoma polmonare avanzato a cellule squamose ( SCC ) relativamente a diversi parametri d’efficacia, in particolare per l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione della malattia, rispetto a Erlotinib ( Tarceva ), dopo il fallimento della chemioterapia di prima linea.

Lo studio di fase III LUX-Lung 8 è stato il primo a valutare l’efficacia di due diverse terapie mirate in un confronto diretto nei pazienti con carcinoma a cellule squamose.
I dati hanno indicato che la sopravvivenza libera da progressione della malattia ( PFS ), ovvero il tempo intercorso prima del peggioramento del tumore, è risultato superiore con Afatinib rispetto a Erlotinib.

In particolare, Afatinib ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 18% rispetto a Erlotinib e ha ritardato la crescita del tumore di 2.4 mesi contro 1.9 mesi ( PFS secondo revisione indipendente ).

Inoltre, Afatinib ha dimostrato di apportare miglioramenti anche rispetto agli endpoint secondari stabilizzando la malattia ( Disease Control Rate o DCR ), ovvero la percentuale di pazienti con risposta completa, risposta parziale o tumore stabile ( 46% verso 37% ).

La risposta obiettiva ( Objective Response Rate o ORR ), ovvero la percentuale dei pazienti con risposta completa o parziale, è risultata numericamente più alta con Afatinib rispetto a Erlotinib.

Si è evidenziato, inoltre, un ritardo nel peggioramento dei sintomi del tumore polmonare e un miglioramento della qualità di vita e dello stato di salute globale.
La percentuale di pazienti che hanno riferito miglioramento della tosse, dello stato di salute globale e della qualità di vita è stata significativamente maggiore con Afatinib rispetto a Erlotinib.

I risultati di sopravvivenza complessiva ( OS ), principale endpoint secondario, non sono ancora maturi e pertanto verranno valutati in una fase successiva dello studio.

La percentuale complessiva di eventi avversi gravi ( di grado 3 o superiore ) è risultata comparabile per le due terapie.
L’incidenza di eventi avversi gravi ( di grado 3 o superiore ) è stata pari al 50.2% nei pazienti trattati con Afatinib rispetto a 49.1% con Erlotinib.
Si è osservata una maggiore incidenza di diarrea ( 9% verso 2% ) e stomatite ( 3% verso 0% ) di grado 3 o superiore nei pazienti trattati con Afatinib rispetto a Erlotinib, e di rash / acne di grado 3 o superiore con Erlotinib rispetto ad Afatinib ( 9% verso 6% ).

Afatinib è un farmaco approvato come terapia per il carcinoma del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con mutazioni dei recettori del fattore di crescita epidermico ( EGFR ).
In questa indicazione, l’approvazione di Afatinib è basata sui risultati di sopravvivenza libera da progressione della malattia ( endpoint primario ), ottenuti nel Programma di studi clinici LUX-Lung, in cui Afatinib ha ritardato in maniera significativa l’avanzamento del tumore rispetto alla chemioterapia standard.
Inoltre, i dati degli studi LUX-Lung 3 e 6 hanno dimostrato che Afatinib è la prima terapia a mostrare un beneficio in termini di sopravvivenza complessiva dei pazienti con tumore NSCLC con mutazioni EGFR, rispetto alla chemioterapia.
Un beneficio significativo in termini di sopravvivenza complessiva è stato dimostrato separatamente, in entrambi gli studi, nei pazienti con la mutazione EGFR più comune ( delezione dell’esone 19 o Del19 ), rispetto a chemioterapia. ( Xagena_2014 )

Fonte: Boehringer Ingelheim, 2014

Xagena_Medicina_2014