Effetto dell’età e del tempo dalla diagnosi nel rischio di sviluppo di tumori solidi dopo linfoma non-Hodgkin


I dati quantitativi sullo sviluppo di successivi tumori solidi dopo un tumore primario sono scarsi.

Ricercatori del German Cancer Research Centre a Heidelberg, in Germania, ha condotto uno studio sui pazienti sopravvissuti a linfoma non-Hodgkin ( NHL ).
Il linfoma non-Hodgkin è diagnosticata lungo un ampio intervallo di età e viene trattata in maniera uniforme soprattutto con chemioterapia.

E’ stato consultato lo Swedish Family-Cancer Database, che comprende dati relativi a 115 milioni di individui con tumori identificati dallo Swedish Cancer Registry.
Sono stati calcolati i tassi standardizzati di incidenza ( SIR ) per le neoplasie successive in 28.131 pazienti con linfoma non-Hodgkin.

Il tasso di incidenza per tumore solido dopo NHL è stato di 1.65 ( 2.290 pazienti ) e quello per neoplasia linfoematopoietica di 5.36 ( 369 pazienti ).

Il tasso è risultato aumentato per tutti i 25 più comuni tumori solidi a eccezione di 9; il tasso più alto ( 40.8 ) è stato osservato per il meningioma spinale.

I SIR per i tumori solidi diminuivano con un andamento correlato all’età dal 4.52 per un’età alla diagnosi inferiore a 20 anni all’1.12 per un’età alla diagnosi superiore a 70 anni.
Nei più comuni gruppi di pazienti i SIR per i tumori solidi sono aumentati fino a 30 anni dopo diagnosi di linfoma non-Hodgkin.
Vista l’alta incidenza di tumori solidi in questi gruppi di età, questi hanno fornito il più alto numero di casi correlati al trattamento.

Questi dati hanno indicato che l’età al trattamento determina sia la grandezza del rischio relativo iniziale sia la modulazione tempo-dipendente della risposta.
I danni legati al trattamento rimangono per almeno 30 anni e il numero di tumori solidi è maggiore tra 21 e 30 anni dopo la diagnosi. ( Xagena_2008 )

Hemminki K et al, J Clin Oncol 2008; 26: 1850-1857



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