L’infusione intraduodenale di Levodopa nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata


Uno studio condotto da Ricercatori dell’Uppsala University Hospital ( Svezia ) hanno posto a confronto un’infusione quotidiana intraduodenale di Levodopa/Carbidopa, in monoterapia, e terapie di combinazione convenzionali individualmente ottimizzate, nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata per fluttuazioni motorie e qualità di vita.

Hanno partecipato allo studio, randomizzato ed in cross-over, con durata di 3 + 3 settimane, 24 pazienti con fluttuazioni motorie e discinesia.
I pazienti sono stati assegnati a due gruppi, uno ha ricevuto inizialmente infusione intraduodenale di un gel di Levodopa/Carbidopa, mentre l’altro è stato trattato con trattamento convenzionale individualizzato.

La percentuale media dei punteggi in un intervello funzionale “on” ( da –1 a +1 ) è aumentata dall’81% al 100% mediante terapia di infusione ( p < 0.01 ).

Tale incremento è stato accompagnato da una diminuzione nello stato “off” ( p < 0.01 ) e da nessun incremento nella discinesia.

Il punteggio medio della scala UPDRS ( Unified Parkinson's Disease Rating Scale ) è diminuito da 53 a 35 a favore del trattamento per infusione ( p < 0.05 ).

E’ migliorata la qualità di vita al Parkinson's Disease Questionnaire-39 ( PDQ-39 ) e al 15D Quality of Life Instrument ( p < 0.01 ).

Gli eventi avversi sono stati simili per entrambe le strategie di trattamento.

I risultati dello studio hanno indicato che l’infusione intraduodenale continua di gel di Levodopa/Carbidopa, come monoterapia, è sicura e clinicamente superiore a diverse combinazioni individualmente ottimizzate di trattamenti convenzionali per os e sottocutanei nei pazienti con fluttuazioni motorie.

L’infusione intraduodenale di Levodopa rappresenta un’importante alternativa per i pazienti con malattia di Parkinson avanzata. ( Xagena_2005 )

Nyholm D et al, Neurology, 2005; 64: 216-223



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