La somministrazione profilattica di Paracetamolo per controllare lo stato febbrile dopo vaccinazione nei neonati può provocare riduzione dell’immunogenicità
La somministrazione profilattica di Paracetamolo ( anche noto come Acetaminofene ) per controllare lo stato febbrile e ridurre le convulsioni febbrili dopo vaccinazione nei neonati, provoca riduzione dell’immunogenicità.
Neonati sani di età compresa tra 9 e 16 settimane sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 3 dosi di Paracetamolo, come profilattico, ogni 6-8 ore nelle prime 24 ore ( n=226 neonati ) oppure a non-assumere il farmaco in modo profilattico ( n=233 ) dopo ciascuna vaccinazione con un vaccino ( PhiD-CV; vaccino pneumococcico coniugato con proteina D di Haemophilus influenzae non-tipizzabile 10-valente ), co-somministrato con il vaccino DTPa-HBV-IPV/Hib ( difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliovirus, Haemophilus influenzae di tipo b ) e con il vaccino orale contro il rotavirus.
Il Paracetamolo, impiegato come impiego profilattico, ha ridotto l’incidenza di reazioni febbrili.
La percentuale dei bambini con una temperatura di 38°C o superiore dopo almeno 1 dose di vaccino è risultata significativamente più bassa nel gruppo Paracetamolo profilattico dopo vaccinazione primaria ( 42% ) e dopo booster ( 36% ), rispetto al gruppo Paracetamolo non-profilattico ( rispettivamente, 66% e 58% ).
Tuttavia, nel gruppo Paracetamolo impiegato come profilassi è stata osservata una riduzione delle risposte immunitarie post-immunizzazione.
Sulla base dei risultati dello studio, la somministrazione profilattica di farmaci antipiretici al momento della vaccinazione dovrebbe essere valutata attentamente, pesando i benefici attesi e i possibili rischi. ( Xagena_2009 )
Fonte: The Lancet, 2009
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