L’obesità è associata a disturbi della respirazione durante il sonno


L’obesità rappresenta un grave problema per la salute pubblica, dal momento che aumenta in maniera significativa la morbidità e mortalità per cause cardiovascolari. Negli ultimi anni, diversi studi epidemiologici su larga scala hanno sottolineato l’associazione presente tra apnea ostruttiva notturna ( OSA ) ed alterazioni cardiovascolari.

Attualmente, non è chiaro se l’apnea notturna rappresenti un meccanismo causale nello sviluppo e nella progressione della malattia cardiovascolare, o se le due condizioni cliniche siano legate da un’entità comune, ovvero dall’obesità. Senza dubbio, attuali evidenze suggeriscono che l’apnea ostruttiva nel sonno debba essere considerata come un fattore di rischio cardiovascolare, che può essere modificabile con un trattamento adeguato. Persino livelli lievi di apnea ostruttiva notturna sono stati associati a una morbidità significativa, influendo negativamente sulle funzioni diurne e sulla qualità di vita.

L’impatto dell’apnea ostruttiva nel sonno in pazienti con altri disordini caratterizzati da infiammazione sistemica, quali BPCO ( malattia polmonare cronica ostruttiva ) od obesità patologica, può determinare esiti clinici particolarmente infausti, se non riconosciuta e trattata in maniera tempestiva. Pertanto, è importante che i clinici mantengano un alto livello di sospetto riguardo alla possibilità di apnea ostruttiva nel sonno negli individui affetti da obesità.

Benché il trattamento più efficace per l’apnea ostruttiva notturna sia la pressione positiva continua nelle vie aeree, il miglioramento in seguito a questo trattamento è limitato, sottolineando la necessità di sviluppare terapie meglio tollerate per questo disordine. ( Xagena_2009 )

Piper A, Minerva Pneumologica 2009;48:307-329



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