Il rischio cardiovascolare è ridotto dal trattamento dell’apnea ostruttiva notturna
Il trattamento dell’apnea ostruttiva durante il sonno è associato ad una sensibile riduzione del rischio cardiovascolare.
Uno studio, condotto presso la Ruhr University Bochum a Herne in Germania, ha esaminato in modo prospettico gli esiti cardiovascolari nei pazienti con apnea ostruttiva notturna trattati, rispetto ai non trattati.
Gli endpoint dello studio erano gli eventi cardiovascolari non-fatali ( infarto miocardico, ictus, e sindrome coronarica acuta richiedente procedure di rivascolarizzazione ) ed eventi fatali ( morte per infarto miocardico o ictus ).
Tra i 449 pazienti arruolati ( età media: 56 anni; indice di massa corporea: 30,8 kg/m2 ), 364 hanno ricevuto il trattamento per l’apnea ostruttiva notturna, mentre 85 non sono stati trattati.
Il periodo osservazionale è stato di 72 mesi ( range: 1-156 ).
L’indice medio apnea-ipopnea prima del trattamento era di 30,9/ora nei pazienti trattati e 15,3/ora in quelli non trattati.
Non c’era differenza tra i 2 gruppi riguardo alle comorbidità cardiovascolari o ai fattori di rischio.
Nei pazienti con apnea ostruttiva notturna da lieve a moderata ( n=288 ), gli eventi erano più frequenti nei pazienti non-trattati ( sopravvivenza stimata libera da eventi a 10 anni: 51,8 versus 80,3%; p<0.001 ); riduzione assoluta del rischio: 28,5%; numero necessario da trattare per prevenire 1 evento a 10 anni: 3.5 ).
Dopo aggiustamento per età, sesso, fattori di rischio cardiovascolare, e comorbidità al basale, il trattamento per l’apnea ostruttiva durante il sonno, ha dimostrato di essere predittore indipendente per gli eventi ( hazard ratio, HR=0.36; p<0.001 ).
Il trattamento dell’apnea ostruttiva notturna è risultato associato ad una riduzione del rischio cardiovascolare del 64%. ( Xagena_2007 )
Buchner NJ et al, Am J Respir Crit Care Med 2007; 176: 1274-1280
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