Pazienti con dolore toracico e sospetto di sindrome coronarica acuta: stratificazione precoce in un Dipartimento di Emergenza


Uno studio ha analizzato l’accuratezza di un percorso critico di precoce stratificazione e di gestione dei pazienti con dolore toracico e sospetta sindrome coronarica acuta in un Dipartimento di Emergenza.
È stato realizzato uno studio osservazionale su tutti i pazienti presentatisi nel corso di un anno nel Dipartimento d’Emergenza con dolore toracico non-traumatico e sospetta sindrome coronarica acuta, utilizzando un percorso critico costituito da cinque livelli di stratificazione del rischio, basato sui fattori di rischio, le caratteristiche del dolore e l’elettrocardiogramma.

I pazienti sono stati valutati per i tassi di mortalità, angina instabile, infarto miocardico o procedura di rivascolarizzazione al momento dell’accesso nel Dipartimento d’Emerganza o nei 30 giorni successivi al passaggio nel Dipartimento.

L’accuratezza del metodo di stratificazione è stata misurata mediante curva ROC.

Nel complesso sono stati arruolati 1.813 pazienti: 475 pazienti ( 26.1% ) ricoverati e 1.338 ( 73.8% ) dimessi.

I principali outcome si sono verificati in 33 ( 49.9% ) dei pazienti ricoverati e in soli 6 ( 0.4% ) di quelli dimessi.

Il sistema di stratificazione del rischio ha dimostrato una buona accuratezza con una curva AUC-ROC di 0.90.
Un totale di 1.541 ( 85% ) pazienti sono stati gestiti utilizzando il percorso critico di stratificazione.

Gli eventi avversi sono risultati significativamente inferiori nei pazienti dimessi rispetto a quelli che erano stati ricoverati ( 0.27% vs 1.37%, differenza 1.1% ), senza aumento significativo dei ricoveri inappropriati.

In conclusione, un percorso critico, sulla base delle caratteristiche cliniche ed elettrocardiografiche, rappresenta uno strumento utile ed efficace per stratificare e gestire i pazienti con dolore toracico non-traumatico e sospetta sindrome coronarica acuta nel Dipartimento d’Emergenza. ( Xagena_2010 )

Bracco C et al, Minerva Medica 2010; 101: 73-80



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Cardio2010