La Comunità psicoterapeutica: una realtà in continua evoluzione.
A cura di L. d'Elia, C. Terapeutico-Riabilitativo ."Passaggi", Oricola (Aq)
Ci si chiede allora: come si osserva la quotidianità con i suoi "campi invisibili" ( A. Ferro ) e i suoi "spazi interstiziali" (Roussillon, 1987. D'Elia, 1998) ? Oppure, come si osservano e si valutano i modelli terapeutici e soprattutto i suoi presupposti mitologico-fondativi? Come si valuta l'effetto della presenza degli operatori e delle loro modalità relazionali nei momenti non strutturati della vita di una Comunità psicoterapeutica (CPT)? Come si valutano i processi di appartenenza dell'ospite nel nuovo contesto?
Queste sono domande (e molte altre come queste) che sono destinate a rimanere aperte, e rappresentano domande che interrogano l'anima dell'istituzione, la sua natura più profonda. Del resto, chi, come me, ha per lungo tempo lavorato e frequentato CPT, è troppo consapevole che ciò che rende viva e terapeutica un'istituzione curante non è ascrivibile tout-court alle procedure attive in essa, e quindi gli appare alquanto semplicistica una valutazione dei progressi o dei regressi clinici dei pazienti basata unicamente su criteri nosografici o su criteri valutativi "forti", oppure su griglie di osservazione-valutazione complesse e velleitariamente onnicomprensive.
La predittività in questo campo del sapere appare ancora oggi come un orizzonte lontano (ma non del tutto ineffabile): ancora non sappiamo dire compiutamente perché i nostri pazienti stanno meglio (o peggio) in una CPT.
Si pongono, con estrema forza, a questo punto, per tali strutture e per i loro componenti, imperativi di tipo etico e di tipo clinico-scientifico: non è possibile trascurare o glissare sugli aspetti di valutazione dei percorsi terapeutici degli ospiti di una CPT, attraverso i quali si delineano le qualità e l'efficacia del servizio curante: un terreno di confronto e di condivisione tra le istanze scientifiche e istituzionali appare inevitabile; occorre solo stabilire su quale piano e con quali criteri accertare la bontà o meno degli interventi.
Tutto ciò non deve scoraggiarci, ma al contrario stimolarci per una ricerca più mirata e più coerente con la materia magmatica che maneggiamo.
Xagena_2001